Capitolo
14 Allenamenti
Qhuinn
si era svegliato da poco. Le tapparelle si erano alzate e lui era
andato a farsi una doccia malgrado sapesse che non sarebbe potuto
uscire dalla stanza.
Cercando
di distrarsi e di non pensare ai suoi fratelli che di lì a poco
sarebbero usciti a combattere si vestì e si sdraiò nuovamente sul
letto. Con le mani andò a toccarsi i buchi fra i denti. Quanto gli
mancavano le sue zanne. Tristi pensieri iniziarono ad affollarsi
nella sua mente accompagnati dai ricordi dolorosi di quando con John
e Blay andavano fuori a fare baldoria.
Era
stato uno stupido e adesso quello che aveva perso non sarebbe più
tornato.
Sapeva
che nel giro di pochi giorni avrebbe dovuto lasciare la casa e suoi
amici e questo lo spaventava più di tutto il resto.
La
nottata passò lunga e monotona. Gli unici intervalli furono la
visita di Fritz con il solito vassoio pieno di cibo squisito, che
peraltro mangiò solo in parte e Manny e Jane che passarono a
controllare il suo stato.
Ma
lui stava ormai bene. Il dolore alla bocca e il senso di vuoto non
sarebbero passati mai, sospettava, mentre il suo corpo riprendeva
rapidamente le forze.
Inaspettatamente
si presentò anche Bella a donargli il suo sangue. Lui avrebbe voluto
rifiutare ma si rese conto che sarebbe stato assai scortese e
offensivo dei confronti della shellan di Zsadist.
Così
bevve il sangue e ringraziò mentre sentiva l'energia rinvigorire il
suo corpo. Tutto il suo corpo tranne quello che aveva di più
maschile in esso.
La
giornata passo lunghissima e quando sentì battere i colpi alla porta
aspettò con pazienza poi l'aprì. Altre dieci lingue pendevano da
una nuova corona. I fratelli avevano lasciato il loro tributo.
Avvilito
e preoccupato restò in piedi aspettando di sentire altri colpi di
martello. Voleva sapere come era andata. Se i suoi fratelli stavano
bene, ma nessuno si fece vivo.
Deluso
e triste si ributtò sul letto accendendo la televisione e cadendo in
un dormiveglia annoiato fino a che sentì bussare con dei colpi
forti e decisi.
Incuriosito
si infilò il cappuccio giusto in tempo prima che questa si aprisse
lasciando entrare Vishous e Rhage.
“Allora
adesso basta poltrire. Mettiti in tuta Qhuinn. Hai bisogno di
allenarti” gli disse Vishous con un sorriso soddisfatto.
Qhuinn
lo guardò esterrefatto.
“Bhe
che aspetti ragazzo, vestiti. Dobbiamo andare in palestra” ribadì
Rhage guardandolo sorridente a sua volta mentre si infilava in bocca
il perenne lecca lecca.
Qhuinn
rimase un buon minuto a guardarli. Per fortuna che aveva il cappuccio
altrimenti sarebbe potuto passare per un pesce visto che era rimasto
con la bocca aperta per lo stupore.
Cosa
significava? Non doveva stare relegato in camera? Come avrebbe fatto
ad allenarsi con quel fastidioso cappuccio??
Erano
tante le domande che gli giravano per la testa ma non si sognò
neanche di porle. Appena la sua mente realizzò quello che gli era
stato proposto scattò su come un fulmine e si preparò in pochi
attimi.
Qualsiasi
cosa era meglio che rimanere lì a piangersi addosso e se lo erano
venuti a chiamare evidentemente sapevano quello che facevano e Wrath
aveva dato il suo permesso.
Durante
il percorso che li divideva dalla palestra non incontrarono nessuno e
nessuno gli rivolse la parola.
Qhuinn
iniziava ad essere nervoso, si sentiva come fosse stato un fantasma,
un essere invisibile dal momento che nessuno lo considerava più,
quando finalmente raggiunsero la loro meta.
Ad
aspettarlo c'erano anche gli alti fratelli e il re in persona.
Sotto
il cappuccio Qhuinn iniziò ad agitarsi soprattutto quando tutti si
voltarono verso di lui.
Dei
grossi sorrisi si aprirono sui volti dei fratelli mentre lo
salutavano rapidamente. Ma il sorriso più bello era quello che vide
sulla bocca di Blay che lo stava studiando attentamente.
“Qhuinn
fra sette giorni dovrai lasciare questa casa. Sono riuscito a
strappare alla Glymera questo lasso di tempo ma temo che non
sarà sufficiente. L'arrivo di Xcor e la sua Banda di Bastardi sta
complicando le cose” la voce di Wrath era seria e determinata.
Qhuinn
annui sotto al cappuccio mentre si chiedeva cosa sarebbe successo
ora. Sapeva che non avrebbe potuto rimanere tanto sotto la protezione
dei fratelli ma ora per la prima volta, dopo essere stato informato
di un termine preciso, si chiese sul serio dove sarebbe andato e cosa
ne sarebbe stato di lui.
“Ovviamente
non abbiamo alcuna intenzione di abbandonarti” aggiunse Wrath
sorridendo sotto gli occhiali scuri mentre i fratelli annuivano in
coro “Pertanto ti trasferirai nella vecchia casa di Beth.”
concluse soddisfatto.
Qhuinn
sgranò gli occhi. “Mio signore io...” provò a balbettare ma
Wrath alzò una mano imperioso. “Tu ubbidirai al mio ordine Qhuinn.
Ciò è quello che è stato deciso, e tu ti atterrai ai miei comandi.
Una volta tanto mi aspetto che tu ubbidisca” sentenziò con un
grugnito soddisfatto.
Qhuinn
abbassò la testa incappucciata in segno di resa. In fondo avrebbe
avuto una casa in cui ripararsi dal sole e riposare e magari sarebbe
potuto uscire a combattere, nessuno lo avrebbe potuto fermare. Essere
soli aveva i suoi vantaggi in fondo, pensò con un sospiro.
“E
siccome sono sicuro che se ti ordinassi di rimanere segregato là tu
non obbediresti, da oggi in avanti inizierai ad allenarti con i tuoi
fratelli. Devi rimetterti in forma” concluse sorridendo.
Gli
occhi di Qhuinn si spalancarono ancora di più. Non riusciva a
crederci. Gli avrebbero permesso di allenarsi con loro, di prepararsi
a combattere per recuperare la sua dignità.
“Io...
non sono sicuro di meritarmi questo. E' un rischio se la Glymera
sapesse che combatto con voi...” le sue parole morirono sulle
labbra.
Lui
era un escluso, un reietto, un morsit condannato a tenere
celato il volto per non offendere gli altri della sua razza dalla
mancanza delle zanne.
Che
senso aveva allenarsi? Come avrebbe potuto combattere con loro senza
disonorarli mostrandogli il volto?
“La
Glymera non verrà a sapere nulla e tu non infrangerai alcuna
regola” intervenne Vishous con un sorriso astuto e gli occhi che
gli brillavano.
Qhuinn
voltò la testa per guardarlo. Normalmente avrebbe solo girato gli
occhi ma con il cappuccio non era possibile. E questa era la prova
che se doveva combattere avrebbe dovuto levarsi quel fastidioso coso
dalla testa... infrangendo le regole!
“Sento
l'odore della tua titubanza. Ma sono sicuro che andrà tutto bene.
Rhage e Vishous si occuperanno di te nella lotta mentre Zsadist e
Tohr ti aiuteranno con le armi.” sentenziò Wrath dandogli una
pacca sulla schiena.
“Blay,
John, Xhex e gli altri li aiuteranno, non sarà troppo difficile
ragazzo!” la voce di Wrath era imperiosa e tranquilla e dopo averlo
salutato impugnando il guinzaglio rigido di George il re ritornò
verso i suoi appartamenti lasciando Qhuinn ancora sbigottito insieme
ai suoi fratelli.
“Direi
che il tempo delle parole è finito, che ne diresti di sgranchirti i
muscoli con un po' di corsa sul tapirulan?” gli chiese Vishous
spingendolo gentilmente verso l'attrezzo.
Qhuinn
annui felice di poter muovere finalmente un po' i muscoli fermi da
troppo tempo. Probabilmente aveva capito male, i fratelli gli
avrebbero fatto fare solo ginnastica, permettendogli di usare la
palestra. Niente combattimenti pensò rattristato da un lato ma
sollevato dall'altro. Non voleva disonorarli levandosi il cappuccio
così senza una parola iniziò a correre.
Gocce
di sudore gli imperlarono la fronte colando giù ma Qhuinn fece finta
di nulla. Respirare con il cappuccio addosso gli dava fastidio, così
come la vista che spesso spariva a causa dello spostamento dei buchi
per gli occhi.
Ma
lui continuava a correre imperterrito. Aveva bisogno di sfogarsi e di
muoversi e non gli importava della fatica o del fastidio.
A
fermarlo fu Rhage. “Adesso basta Qhuinn. Che ne diresti di farti un
po' di pesi. Devi metterti in forma anche le braccia. Hai poltrito
troppo ragazzo” la voce scherzosa e ironica di R nascondeva la
verità e Qhuinn sapeva bene che il fratello aveva ragione.
Con
un sospiro scese e mentre si avviava si ritrovo un piccolo
asciugamano in mano. “Asciugati il sudore, immagino che sarai
fradicio con quel coso in testa” la voce di Z lo fece sussultare.
Non
aveva vista periferica e non aveva visto il fratello avvicinarsi.
Con
sollievo allungò la mano afferrò l'asciugamano e se lo infilò
sotto al cappuccio stando attento a tenere coperto il volto per non
offenderli alla sua vista, poi si sistemò sulla panca. Risistemò il
cappuccio e afferrò i pesi.
Doveva
mettersi in forma. Sentiva il suo corpo protestare e sapeva di averne
bisogno. Vicino a lui i fratelli si allenavano con gli attrezzi o fra
di loro ridacchiando e scherzando come al solito anche se nessuno gli
rivolse la parola.
“Come
stai?” la voce improvvisa di Blay lo fece sussultare e per poco la
sbarra dei pesi non gli scivolò dalle mani.
“Stanco.
Sono fuori allenamento” gli rispose Qhuinn tirandosi a sedere e
sistemandosi il cappuccio per cercare gli occhi dell'amico.
“Vedrai
che ti rimetterai presto in forma.” rispose Blay. Non aggiunse
altro ma rimase in silenzio a guardarlo.
Qhuinn
annui. Non sapeva cosa dirgli. Quello che gli veniva in mente non era
certo appropriato mentre da dietro il cappuccio ammirava il fisico
del compagno. Sudato con i muscoli gonfi di sangue per l'allenamento,
il petto muscoloso nudo era di una bellezza mozzafiato. Sei
bellissimo gli avrebbe detto
volentieri ma tacque.
Anche
i pensieri di Blay non erano molto diversi mentre i suoi occhi
scrutavano attentamente ogni muscolo sudato dell'amico per salire
sempre più su fino alla vena del collo ingrossata dalla fatica e dal
caldo.
Dio
quella vena che sparisce nel cappuccio i
pensieri di Blay non erano certo meno casti, ma come per l'amico
rimasero ben nascosti nella sua testa.
“Ehi
Qhuinn che ne diresti di combattere un po'?” il silenzio
imbarazzato venne interrotto da Vishous che si era avvicinato senza
essere visto dal vampiro incappucciato che sussultò alla sua voce.
Blay
sgranò gli occhi e guardò il vampiro tatuato sulla tempia scuotendo
la testa.
“E'
una follia V. Non ti ha neanche visto arrivare” protestò in
pensiero per l'amico.
Qhuinn
era rimasto in silenzio stupito dalla proposta del guerriero. Ma
quando udì la voce di Blay così dolce e protettiva sentì l'impulso
di ritornare lo strafottente di un tempo. Non poteva permettersi di
avere la compassione dell'amico. Non voleva dimostrarsi debole o
peggio una femminuccia paurosa. Doveva dimostrare di avere ancora
le palle. Anche se... bhe il termine non era molto appropriato dal
momento che con le zanne anche l'amichetto di sotto era andato in
letargo.
Ma
questo i fratelli non lo sapevano sperava e lui sarebbe stato ben
zitto a tal riguardo.
“Si
certo” rispose mostrandosi sicuro mentre si alzava e seguiva V nel
centro della palestra.
Come
fu davanti a lui però si rese conto che combattere era una pazzia.
Posizionato davanti al grosso fratello aveva fatto un grosso respiro
per prendere fiato e concentrarsi con il risultato di trovarsi la
stoffa del cappuccio in bocca impedendogli di respirare normalmente
e soffocandolo per un attimo. Infastidito se l'era allontanata con la
mano solo per rendersi conto di avere nel frattempo perso di vista il
suo avversario mentre le voci dei fratelli lì vicino sembravano
appartenere a dei fantasmi nel momento in cui si rese conto di avere
la vista limitatissima e di dover girare la testa, se voleva
guardarli, perdendo così il contatto visivo con il suo avversario.
“Ok
allora proviamo” gli disse Vishous avanzando verso di lui
apparentemente indifferente ai suoi problemi.
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