CAPITOLO
4 Una speranza inaspettata
Zsadist
chiuse la porta e afferrò Bella stringendola a sé. Il suo cuore
martellava impazzito mentre i ricordi lo sommergevano con il loro
dolore.
Dio
un'altra sparizione! Non era una femmina questa volta ma un
guerriero che sarebbe stato torturato per ottenere informazioni.
Quello
che aveva passato da schiavo sarebbe stato nulla in confronto a
quello che poteva succedere a quel ragazzo.
“Zsadist”
la voce di Bella sembrava provenire da lontano. “Zsadist lo
troverete” mormorò lei dolcemente.
Lui
la guardò. Gli occhi neri erano due pozzi profondi e pieni solo di
paura.
“Lo
so” mormorò con un sospiro. Avrebbero mosso mari e monti, e il suo
pugnale avrebbe ucciso senza pietà chiunque avesse fatto del male a
quel ragazzo.
Prese
un sospiro e abbassò la testa contro la spalla della sua shellan
“Lo troverete” ribadì lei con gli occhi umidi di lacrime.
Nella
tana le cose non andavano meglio. Gli altri si erano radunati tutti
lì. Senza che nessuno avesse detto nulla a parte Wrath e Beth, i
fratelli e le shellan rimasti si erano ritrovati in quel
angusto spazio.
Nessuno
voleva stare da solo. Avevano bisogno di compagnia e di non pensare.
Il
dolore si può attutire se si pensa ad altro, se ci si rifiuta di
farsi travolgere da esso. Ed era quello che insieme stavano provando
a fare.
Ma
non c'era verso. La tristezza dilagava sopra loro, avvolgendoli in
una ragnatela spessa fatta di preoccupazione e impotenza.
Le
ore passavano pigre e lente, senza notizie, senza certezze o
speranze.
Presto
il sole sarebbe tramontato, presto le sentinelle che erano uscite
sperando in un colpo di fortuna sarebbero rientrate e i guerrieri
sarebbero usciti alla ricerca di Qhuinn.
Nessuno
ne parlava, nessuno voleva ammetterlo ma se lui avesse ceduto, se
lui sotto le torture avesse parlato, la magione avrebbe potuto essere
attaccata e le loro shellan massacrate mentre loro erano fuori
a cercarlo.
Eppure
dovevano rischiare. Non c'era scelta.
Nessun
onore a rintanarsi come conigli spaventati.
Nessuna
possibilità di indugiare. Lui era uno di loro!
Sarebbero
usciti in coppie e avrebbero catturato quanti più lessar possibili,
li avrebbero interrogati e massacrati fino a quando qualcuno non
avrebbe parlato. E allora... allora i loro nemici dovevano solo
sperare che Qhuinn fosse vivo altrimenti... il sangue nero avrebbe
ricoperto ogni strada di Caldwell.
Phury
riprese forma al santuario. Per fortuna le Elette a lui affidate
erano tutte in buona forma appurò dopo aver parlato con la
Direttrice. Si erano spaventate ma erano più forti di quello che
pensasse constatò con un sorriso stringendo a se Cormia.
Lei
almeno era al sicuro. Forse sarebbe stato meglio portare tutte le
loro shellan lì ma sapeva che loro si sarebbero rifiutate di
stare lontano dai loro hellren. Per Cormia era diverso, era un
po' come essere tornata a casa con le sue sorelle.
“Avete
notizie di Qhuinn?” chiese Cormia preoccupata. Era bella malgrado
le rughe di preoccupazione gli solcassero la fronte e i suoi occhi
tristi e spaventati gli stringessero il cuore.
“No.
Ma abbiamo iniziato a muoverci. Sono venuto per dirti che sto bene
ma che questa notte scenderò sul campo con i miei fratelli” lei
annui.
Sapeva
che era inevitabile. Anche se era il Primale lui non si
sarebbe mai tirato indietro. Era stato ed era tutt'ora un guerriero
prima di tutto, un fratello fin nell'anima.
E
un fratello non abbandona mai un altro fratello. Mai!
Era
una legge non scritta ma insindacabile. Non era sempre stato così,
anzi in passato i guerrieri erano solo delle belve solitarie, ma
questo gruppo di guerrieri era più forte e unito di quanto lo
fossero mai stato prima chiunque avesse portato il marchio della
confraternita sul petto...
Cormia
gli accarezzo il viso teso e preoccupato.
“Gli
vuoi bene vero?” gli chiese dolcemente.
Lui
annui “Sono stato il suo insegnate ed è un maschio di valore. Lo
ha dimostrato tante volte sia con John, sia in azione E adesso si è
sacrificato per salvarvi, per salvare te e le altre Elette. E ciò
non lo posso dimenticare, non posso ignorare il suo valore e il suo
sacrificio come chiunque dei miei fratelli” rispose con un filo di
voce.
Lei
voleva ribattere che sapeva e avrebbe pregato per loro con tutte le
sue sorelle quando Layla arrivò di corsa.
Lo
chignon che portava era in disordine, ciocche sparse avvolgevano il
suo viso rendendolo ancora più bello perché imperfetto come una
femmina qualsiasi. E i respiri rapidi e concitati erano una cosa
alquanto inusuale alla bella Eletta che non si scomponeva mai. La
sua rigida educazione l'avrebbero dovuta rendere imperturbabile
davanti a quegli avvenimenti inaspettati, ma evidentemente qualcosa
era cambiato.
“Avete
notizie di Qhuinn, Primale?” gli chiese ansiosa fermandosi
trafelata a pochi passi da Phury
Lui
la guardò stupito. Layla sempre composta era una delle Elette più
posate e compassate che conoscesse ma dal tono di voce e
dall'atteggiamento si intuiva facilmente il suo profondo turbamento.
Poi
ricordò. Era lei che si occupava insieme a Selena di nutrire i
guerrieri senza shellan o impossibilitati a bere da loro come
V e Rhage. Era normale che avesse sviluppato un particolare rapporto
con i ragazzi. Anche se Phury non immaginava mai più quanto
profondo esso fosse proprio con Qhuinn.
“Mi
spiace Layla. E' stato catturato dai lesser” le disse
inondandola con il giallo dei suoi occhi e abbracciandola a se.
Cormia non era gelosa. Non avrebbe mai potuto esserlo. Sapeva che il
cuore del guerriero dalla chioma multicolore era suo e suo soltanto.
Ma lui era come un padre per tutte loro, una guida e una fonte di
sicurezza. Lui era il Primale
e loro si aspettavano da lui conforto, sicurezza e guida come erano
state educate a pensare.
Layla
lo guardò cercando la menzogna nei suoi occhi. Ma non c'era traccia
di essa, c'era solo compassione e comprensione.
Non
poteva crederci! Non era possibile! Non Qhuinn! Non lui!
“Lo
andrete a liberare vero? I fratelli lo salveranno? Non potete
abbandonarlo” gli chiese sentendo la disperazione entrarle nel
cuore mentre si scostava agitata e in preda al panico.
Phury
sospirò affranto e le strinse le mani “Lo cercheremo. Questa
notte tutti noi usciremo a caccia e guai ai lesser che
cadranno sotto i nostri pugnali. Purtroppo non sappiamo dove sia,
altrimenti colpiremmo a colpo sicuro. Ma faremo parlare i nostri
nemici. Non intendiamo abbandonarlo. Lotteremo e uccideremo per lui.
Sempre! Fino a quando non lo troveremo o non lo avremo vendicato per
permettergli di entrare nel Fado con onore.”
Layla
lo guardò e vide la sincerità nei suoi occhi, sentì la dedizione e
la convinzione nelle parole del Primale ma non capiva il
perché disperasse nel trovarlo. Lei sapeva dov'era, lei poteva
condurlo da Qhuinn. Poi capì che nessuno sapeva del loro legame,
del loro patto.
“Primale”
disse con un sorriso timido abbassando gli occhi “io posso
condurvi da lui”
Phury
sgranò gli occhi incredulo “Come è possibile? Come fai a sapere
dove si trova?” le chiese preso dall'urgenza.
“Lui
ha bevuto il mio sangue ed io... io ho fatto lo stesso” mormoro
abbassando gli occhi. Non era una cosa normale. Anzi era una
situazione del tutto insolita e imprevista, addirittura imbarazzante.
Essa infatti andava contro ogni consuetudine, ogni regola.
“Hai
davvero bevuto da lui?” chiese esterrefatto il grosso guerriero
dalla chioma multicolore completamente all'oscuro del loro legame.
Lei
arrossì.
Temeva
di poter essere sgridata, per il loro gesto così fuori dagli schemi,
ma con un filo di voce confermò ciò che avevano fatto. “Si. Ho
bevuto dal suo polso come lui fa con me” ammise.
Normalmente
ci si scambiava il sangue solo se legati dal sacro vincolo del
matrimonio, ma loro lo avevano fatto di nascosto e solo come
amicizia dal momento che il cuore di Qhuinn apparteneva a Blay.
Phury,
passato un primo momento di stupore, avrebbe voluto urlare di gioia.
Quelle parole erano la cosa più bella che avesse sentito negli
ultimi mesi seconde solo al “Si” di Cormia e alla nascita di
Nalla.
“Layla
sei meravigliosa” gli disse d'impulso stringendola a se. Poi si
voltò verso Cormia.
“Devo
andare via con lei. Dobbiamo dirlo a Wrath, dobbiamo prepararci.”.
La
sua shellan gli sorrise e lo baciò con delicatezza “Stai
attento hellren mio”.
“Ti
amo Cormia” gli rispose lui di getto poi si girò verso Layla e le
disse “Andiamo Eletta, abbiamo un ragazzo da salvare”.
Qhuinn
riprese conoscenza solo per rendersi conto che il suo inferno non era
finito. Non aveva più voce. Aveva gridato come un matto mentre i
suoi aguzzini gli ferivano la pelle con le frustate e i ferri roventi
o gli rompevano le ossa. Sapevano dove colpire per provocare dolore
senza uccidere. Sapevano che sarebbe guarito in fretta e loro
avrebbero continuato il loro gioco finché impazzito dal dolore non
avrebbe ceduto e risposto alla loro domanda.
Qhuinn
infatti non aveva ancora parlato, non aveva ancora risposto
all'unico quesito che continuavano a porgli senza pietà: “Dove si
trova la confraternita? Dov'è il vostro covo? Il vostro re?”
Lui
scosse la testa “Fanculo bastardi” sibilò ancora una volta
sputando un grumo di sangue formatosi sulle labbra spaccate addosso
al lesser più vicino.
Il
volto pallido del fore-lesser si avvicinò ai suoi occhi.
“Sei
un vampiro testardo ragazzo. Io sono sicuro che ce lo dirai” sibilò
tra i denti con un sogghigno che non faceva presagire nulla di buono
“Sono certo che m'implorerai di ascoltarti tra poco” aggiunge
sorridendo maligno e mettendogli davanti agli occhi una strana pinza.
“Sei
pronto a rinnegare la tua natura?” gli chiese poi si girò verso i
suoi sgherri “Tenetegli la testa ferma”.
Qhuinn
si sentì raggelare. Era legato nudo su quel tavolo, in quel buco di
sotterraneo, da quando aveva ripreso conoscenza dopo essere stato
catturato. Aveva resistito alle loro torture aggrappandosi all'odio e
all'amore. Odio nei confronti dei suoi aguzzini e amore per i suoi
fratelli e amici che non voleva tradire. Ma adesso aveva paura, una
paura folle di non riuscire più a tacere.
E
quando le pinze si avvicinarono al suo viso capì che era giunto al
capolinea.
Wrath
accolse le notizie portate da Phury con un sospiro di sollievo.
Adesso avevano una speranza. E questa si diffuse per la casa come un
balsamo avvolgendo tutti gli abitanti. I guerrieri abbracciarono le
loro shellan e iniziarono a preparare le armi. Poche ore li
separavano dalla notte. Poche ore nelle quali sarebbe stato deciso il
loro futuro.
Se
Qhuinn avesse parlato al loro ritorno avrebbero trovato solo dolore e
macerie altrimenti lo avrebbero salvato e se nel frattempo fosse
morto avrebbero onorato il suo sacrificio con il versamento del
sangue nero.
Anche
Rehv, Xhex e Manello vennero richiamati alla base. Era inutile che
stessero fuori a rischiare. Dovevano prepararsi per la lunga notte
che li attendeva.
Wrath e Beth scesero le scale con il fido George a guidare i passi del re cieco. Davanti a loro in assetto di guerra c'erano tutti fratelli e le loro shellan.
L'intera
confraternita era radunata davanti al suo re mentre una strana
elettricità pervadeva l'aria intorno a loro.
Wrath
si fermò davanti ai suoi uomini, ai suoi fratelli. Non li poteva
vedere ma sentiva l'odore dell'eccitazione. Percepiva il freddo odio
di Zsadist, la preoccupazione di Blay, l'impazienza di Rhage che
stentava a tenere a freno la bestia dentro di lui, l'agitazione di
Vishous che stava fumando l'ennesima sigaretta rollata a mano, la
decisione di Payne che giocherellava con un pugnale, la
determinazione di Tohr e Butch e la rabbia di John che stringeva a
se una Xhex fredda e determinata come l'assassina che era.
In
quel momento rimpianse di essere cieco. Avrebbe voluto condurre i
suoi uomini, afferrare il suo pugnale e guidarli in battaglia ma non
era quello il suo destino. Ora era re. Non toccava a lui scendere sul
campo malgrado lo desiderasse con tutto il suo cuore.
Rehvenge
si avvicinò a lui e gli mise un mano sulla spalla. Lui sapeva quello
che stava pensando il re. La sua griglia emotiva era fin troppo
chiara e i suoi sentimenti troppo simili ai suoi. Anche lui aveva una
responsabilità sulle spalle.
“Fra
cinque minuti si alzeranno le tapparelle.” gli ricordò
appoggiandosi pesantemente al suo bastone.
Wrath
annui e prese la parola mentre un silenzio carico d'attesa per le sue
decisioni scese nella sala.
“Fratelli.
Sapete benissimo quale è il nostro compito. Sapete benissimo che la
vita di Qhuinn dipende da voi e dal vostro valore. Ma non dimenticate
che la vostra sicurezza è un bene troppo importante per metterla a
repentaglio” iniziò a parlare. Quel discorsino sembrava superfluo,
anche inutile. Sapeva che tutti erano degli ottimi guerrieri ma
sapeva anche che qualche fratello avrebbe combattuto al limite delle
possibilità. E lui non poteva permettersi di perdere dei valorosi
guerrieri, già perdere Qhuinn sarebbe stato tragico ma vedere morire
qualcuno di loro nel tentativo magari vano di salvarlo sarebbe stato
disastroso. Le sue preoccupazioni erano rivolte principalmente
verso John e Blay. Quei tre erano legati in una maniera del tutto
particolare ed erano giovani ed impulsivi.
Ecco
perché aveva chiesto a Xhex di vegliare su John e a Vishous di
badare a Blaylock.
Alle
sue parole seguì un silenzio carico di significati.
“Agiremo
così” continuò sapendo che era necessario dare delle linee guide
e un piano con cui agire. Ne aveva discusso con Rehv ed era certo
che fosse la soluzione migliore.
“Layla
può trovare Qhuinn seguendo il suo sangue e può portarsi con lei
due guerrieri che le copriranno le spalle. Andranno quindi Phury e
Zsadist con l'incarico di proteggerla” iniziò a spiegare.
La
scelta non era stata fatta a caso. Phury era il Primale e il
responsabile delle Elette e non avrebbe mai accettato di mandare
Layla senza verificarne la sua sicurezza e Z non si sarebbe separato
facilmente dal gemello.
“Quando
saranno là, V troverà la vostra posizione con il GPS e guiderà
Rhage, Blay, John e Xhex come copertura.” continuò senza indugi “
Butch e Tohr invece raggiungeranno gli altri con le auto.”
La
notizia causò un brontolio alla sua destra. Non proveniva dallo
sbirro che sapeva che smaterializzarsi era impossibile per lui e che
era abituato a seguire i suoi fratelli in auto. Le macchine
d'altronde sarebbero servite non solo per riportare indietro Qhuinn
che probabilmente se la stava passando male ma anche qualche
fratello che poteva venire ferito nello scontro. Era Tohr a non
gradire l'esclusione ma Wrath aveva ponderato a lungo le sue
decisioni. Il capo della confraternita non era ancora al cento per
cento della forma e quello scontro sarebbe stato duro e sanguinoso.
“A
difendere casa, se ce ne fosse necessità rimarrò io, Rehv e Payne.”
concluse.
“Mio
signore, sapete benissimo che io so combattere. Posso andare con gli
altri guerrieri” s'intromise Payne accigliata da quell'esclusione.
“Lo
so Payne. Ma so che qualcuno deve rimanere. E siccome sarebbe
impossibile trattenere qua John e Blay visto il legame che li lega a
Qhuinn, e che gli altri sono indispensabili, credo che stavolta
tocchi a te rimanere di riserva. Se le cose si mettessero male li
raggiungerai con Rehvenge” concluse con un tono di voce che non
ammetteva repliche.
Il
silenzio cadde sull'intera confraternita mentre un sordo rumore
annunciava l'alzarsi delle tapparelle accompagnato dal pianto di
Nalla.
Lei
all'oscuro di tutto e del pericolo che li sovrastava stava reclamando
le attenzioni della sua mamma che con le lacrime agli occhi osservò
il suo hellren smaterializzarsi insieme a Layla e Phury.
Il
bosco era coperto di neve. Il terreno gelato scricchiolò sotto le
suole degli stivali dei gemelli mentre prendevano forma a un
centinaio di metri da un edificio isolato.
Era
una vecchia fattoria apparentemente in disuso. Lo steccato intorno
era andato in pezzi e dal tetto mancavano diverse tegole. Anche le
finestre erano rotte in più punti e tutto sembrava sul punto di
sfasciarsi sotto i loro occhi.
Phury
strinse la mano a Layla “Sei sicura? Qhuinn è li dentro?” le
chiese con gentilezza guardandola attentamente. L'Eletta era
pallida come la neve che la circondava e non stava tremando per il
freddo ma per la tensione che la percorreva come una corrente
elettrica.
“Si”
disse in un sussurro spaventato. Zsadist che stava osservando il
terreno circostante alla ricerca di tracce di nemici indicò a Phury
due macchine semi nascoste da una palizzata. “Credo abbia ragione.
Guarda!”.
Il
Primale annui e si voltò verso l'eletta. “Layla. Adesso
devi andare a raggiungere le tue sorelle al sicuro.” le ordinò
guardando Z che si era appostato dietro ad un albero e stava
mandando un messaggio a Vishous per aggiornare i guerrieri della
situazione e richiedere il loro intervento.
“Ma
Primale, se Quinn avesse bisogno di sangue?” chiese lei
scuotendo la testa.
“Ti
chiameremo. Qui non puoi rimanere è troppo pericoloso” le intimò
lui con un sospiro.
Lei
fece per rispondere quando un urlo spaventoso ruppe il silenzio della
notte.
“Qhuinn!”
sibilò Zsadist e senza attende il gemello iniziò a correre verso la
casa.
“Maledizione
Z aspetta!” gli gridò dietro Phury poi si voltò verso Layla
“Sparisci” le intimò e senza aspettare di controllare cosa
facesse lei si precipitò dietro al gemello.
Un
colpo di pistola lacerò il silenzio della notte... la battaglia era
iniziata.
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