CAPITOLO
1 La calma prima della tempesta
I
suoi occhi di due colori così diversi e intesi guardavano il suo
riflesso senza vederlo realmente.
La
mente era altrove insieme al suo spirito e al suo cuore.
Sbuffando a quel suo io che stentava a riconoscere iniziò ad asciugarsi i corti capelli neri che ultimamente si erano allungati.
Con
passo pigro, cercando di fare le cose più lentamente possibile, aprì
l'armadio e osservò il suo contenuto vagliando cosa mettersi. Una
maglietta nera attillata o una maglietta nera attillata?
Bhe
decisamente la scelta era alquanto limitata.
Così
come per i pantaloni che variavano dalla tuta nera da ginnastica per
gli allenamenti ai pantaloni neri di pelle che usava per combattere
passando per un paio di jeans anch'essi neri sebbene ormai stinti.
L'armadio non conteneva altro se si escludevano le scarpe da
ginnastica o gli anfibi che indossava normalmente.
Forse
avrebbe dovuto comprarsi qualche abito elegante come Blay rifletté.
Naaa
non era nel suo stile.
Ci
si sarebbe trovato esattamente come se avesse indossato un tutù rosa
da ballerina o le scarpe con il tacco che piacevano tanto a Marissa.
Con
un sospiro si mise i pantaloni di pelle e la maglietta. Era appena
venuto dalla palestra e per quella notte non ci sarebbe tornato.
Mancavano
ancora quattro ore all'alba e per quanto facesse le cose con calma il
tempo non passava mai.
Di
giorno sarebbe rimasto bloccato ugualmente a casa ma almeno ci
sarebbe stato un po' più di movimento nella grande dimora.
Qualche
fratello sarebbe andato in palestra dopo aver fatto l'amore con la
sua shellan o avrebbe potuto partecipare a una sfida a
biliardo nella tana con V e Bucht.
Qualsiasi
cosa sarebbe andata bene anche leggere un libro a Nalla se Zsadist
gli avesse mai permesso di avvicinarsi alla sua piccola.
Non
era un mistero che il grosso vampiro sfregiato fosse gelosissimo
della sua bambina e che raramente la lasciasse a qualcuno di diverso
da Phury o dalle shellan che invece se la litigavano in
continuazione.
Vestito
si mise i pugnali al petto e le pistole ai fianchi.
Non
doveva uscire a combattere ma si sentiva vestito. Senza armi sarebbe
stato un po' come girare senza pantaloni.
La
grande casa era silenziosa come non mai. Troppo silenziosa per i suoi
gusti e anche troppo vuota.
Ultimamente
era spesso così e quella sera era toccato a lui rimanere di guardia
alla magione.
Niente
di strano dopotutto.
Quei
bastardi figli di puttana dei lesser, avevano fatto massicce
affiliazioni ed erano più agguerriti che mai. Senza contare che
secondo le ultime novità, strappate dalla bocca di uno di loro prima
di essere aspirato da Bucht, il loro obiettivo era cambiato.
Il
nuovo fore-lesser aveva deciso di lasciar perdere i civili ma
concentrare i loro sforzi proprio sulla confraternita.
Quindi
da predatori lui e i suoi fratelli erano diventati prede. Ma delle
prede difficili da far fuori pensò sorridendo mentre ricordava lo
scontro avuto la sera precedente.
Con
John e Blay, Thor, Xhex e Rehv avevano distrutto un nido di quelle
vipere e recuperato una decina di vasi.
E
proprio in virtù di quello scontro quella sera Qhuinn era di riposo.
Wrath
aveva deciso che lui e Thor sarebbero stati in casa insieme al re e
alle shellan dei loro fratelli per proteggere la sede della
confraternita mentre i suoi fratelli erano fuori.
John
e Rehv assieme alle loro femmine si erano invece recati alla
Colonia. Lì Rehvenge doveva sistemare un paio di faccende e Xhex
aveva deciso di accompagnarlo. Purtroppo per lui non era stato
ritenuto indispensabile dal momento che John era con una guerriera di
tutto rispetto e con il pericoloso symphath. Gli altri
fratelli compreso Phury, che aveva ricominciato a combattere sul
campo, erano usciti a dare la caccia ai lesser mentre Blay
era uscito con Saxton per andare chissà dove.
Per
un attimo gli venne voglia di andare a cercarlo ma non sarebbe stata
una buona idea.
Naaa
doveva levarselo dalla mente una volta per tutte.
Si
insomma doveva metterci una pietra sopra. Basta, stop, nada. Doveva
finirla di essere geloso.
Aveva
avuto la sua opportunità e l'aveva sprecata, quindi basta
ripensamenti e rimpianti. Ma era dura, specie quando Blay era
distante.
Era
come se un chiodo fisso gli martellasse nella mente, un pungolo che
non riusciva a scacciare. Ma doveva smetterla di pensare a lui, di
pensare alle mani di Saxon che accarezzava il corpo sudato ed
eccitato di Blay.
E
se poi fosse stato lui a toccarlo...
Con
un ringhio sbatté la porta dietro di lui e prese fiato. Maledizione
il suo amichetto in basso stava dando segni di irrequietezza al solo
pensare al suo amico.
Doveva
calmarsi.
Doveva
pensare a qualcos'altro.
Ma
non sapeva proprio come distrarsi. Aveva già corso fino allo
sfinimento e picchiato fino a farsi sanguinare le nocche il grosso
sacco appeso in palestra.
“Ehi
Qhuinn vieni a mangiare due pop-corn caldi. Fritz me li ha appena
portati” la voce calda e profonda di Thor interruppe i suoi
pensieri.
Certo
sicuramente sarebbe finito a vedere qualche film idiota con il
fratello ma forse era meglio stordirsi con Godzilla o King Kong che
non con il fumo rosso come aveva fatto Phury o con il liquore che lo
stava chiamando a gran voce dalla sua stanza.
Con
un sospiro e un sorriso tirato raggiunse Thor e si sedette sul divano
sperando di staccare la spina e smetterla di pensare.
Speranza
vana.
Quando
la classica donzella in pericolo, tutta boccoli biondi e tette
rifatte urlò di terrore non poté fare a meno di pensare a Layla.
Lei
aveva capito. Non era solo bella, molto meglio dell'eroina del film,
ma anche intelligente.
A
Qhuinn piaceva ma non poteva darle ciò che lei agognava. Così erano
rimasti amici. Ma in maniera particolare dal momento che lo nutriva
e lui le porgeva il suo polso. Uno scambio di sangue, e basta. Questi
erano i patti che avevano stretto.
Il
legame che avevano instaurato era di rispetto reciproco e reciproca
comprensione. Non sarebbe mai andato a letto con Layla, non sarebbe
stato giusto, ma quello scambio di sangue l'aveva comunque legato in
qualche modo a lei.
E
si. Un ottimo lavoro Qhuinn, si disse inferocito con se stesso. Hai
illuso quella povera ragazza per poi dirle “solo amici” e
chiudere con il tuo amichetto di sotto. Proprio una bella stronzata
degna di te!.
Dopo
anni passati a scoparsi di tutto, femmine e maschi, di ogni tipo e
razza indistintamente, adesso aveva deciso di filare dritto.
Un
cuore infranto può fare grandi danni rifletté e il suo era andato
in milioni di pezzi quando aveva capito che forse aveva perso per
sempre Blay.
Thor
lo sentì sospirare, prese una birra e gliela allungò con uno
strano sorriso, mentre quel rompi*palle di un angelo entrava nella
stanza tutto sorridente.
Oh
chi abbiamo qua a farci compagnia? Il nuovo Sant'Astinenza da
casa?” chiese lanciando a Qhuinn un occhiata divertita.
L'angelo
scoppiò a ridere divertito e per nulla turbato di quella minaccia
interrotta però dal suono di un cellulare.
Thor
voltò la testa verso Qhuinn che infilando la mano in tasca estrasse
il rumoroso apparecchietto guardandolo stupito.
“Layla?”
mormorò a se stesso schiacciando il pulsante verde.
La
voce dolce ma decisamente agitata e spaventata dell'Eletta irruppe
fuori come un grido disperato “Qhuinn devi aiutarci. Il Primale
non risponde e ci sono dei lesser che si stanno avvicinando
alla casa”
Le
sue parole piene di terrore lo fecero sobbalzare e buttata la
bottiglia di birra per terra si mise seduto attentissimo “Dove sei?
In quanti sono?” le chiese guardando Thor che lo osservava attento
e con le orecchie tese per capire ciò che stava succedendo.
“Sono
nella residenza del Primale con Selena e le altre. Non so
quanti sono, ne abbiamo visti solo due, ma si sono appostati, forse
aspettano rinforzi. Ho paura Qhuinn!”
Cazzo
non c'era un attimo da perdere. Non poteva permettere che qualcuno
facesse del male a Layla. Nessun lesser avrebbe dovuto mai neanche
avvicinarsi ad un Eletta qualsiasi. Phury avrebbe passato dei guai
con la Vergine Scriba e la Glymera avrebbe avuto una buona
scusa per silurare Wrath come re, senza contare cosa avrebbero potuto
passare quelle innocenti ragazze.
Qhuinn
non perse un attimo e guardò Thor. “Io vado avvisa gli altri e
raggiungetemi!” gli disse correndo fuori nella notte pronto a
smaterializzarsi.
Non
era un problema trovare il cottage, il sangue di Layla lo avrebbe
guidato fin lì.
Vishous
si accese un altra sigaretta. Si stava annoiando terribilmente. Era
da quando erano usciti che stavano a sorvegliare il grosso casale
situato nei boschi in periferia di Caldwell.
La
soffiata ricevuta dal lesser morente il giorno prima li aveva
indirizzati lì e adesso stavano ad attendere di capire se era il
posto giusto e quanti bastardi contenesse.
Seduto
vicino a lui intento a giocherellare con la pistola Butch attendeva
in apparenza tranquillo divertendosi a pungolare Rhage che
innervosito si era appena messo in bocca l'ennesimo lecca-lecca.
“Ma
quanti ne hai mangiati? Sei un azionista della fabbrica?” gli
chiese Butch ridacchiando.
Rhage
lo fulminò con gli occhi cambiando peso da un piede all'altro. Era
nervoso. Doveva riuscire a sfogarsi, la bestia si agitava inquieta e
lui non vedeva l'ora di entrare in azione.
Vishous
sorrise ai due e pensò alla sua Jane. Era in casa ad aspettarlo e
probabilmente stava parlando con suo cognato. Manny pur avendo scelto
di rimanere umano si era stabilito nella grande casa con Payne e
aiutava Jane nelle sue ricerche oltre a occuparsi di ricucire i
fratelli che uscivano sempre più malconci da ogni scontro. Ma sotto
sotto, aveva il sangue vampiro e guerriero nelle vene, V ne era
certo e aspettava solo di scoprire quanto tempo sarebbe passato prima
che il professionale e composto Dottor Manello decidesse di
abbandonare il bisturi per stringere un pugnale al suo posto.
Un
rumore sulla sua destra attirò il suo sguardo. Z aveva cambiato
posizione e stava trafficando con Phury al suo cellulare.
I
due gemelli erano sempre insieme. Da quando Phury aveva ripreso a
combattere Z usciva con lui regolarmente coprendosi le spalle a
vicenda con un affiatamento al limite dell'incredibile.
Nel
buio V sogghignò. Entrambi erano imbranati con le cose tecnologiche
e lui si divertiva a vederli smanettare con quell'aggeggio per loro
così complicato. A quanto pareva era caduto di mano al bel vampiro
dalla chioma colorata quando erano scesi dalla macchina che li aveva
portati fin lì e adesso stavano cercando di rimetterlo in funzione.
V
spense la sigaretta contro il tacco e decise che era il momento che
il mago dei computer aiutasse i due gemelli. Si stava per
smaterializzare e andare da loro quando il suo cellulare vibrò nella
tasca.
Con
sguardo interrogativo risposte a Thor.
“V.
Siamo nei guai. Avvisa Phury che le Elette sono in pericolo. Qhuinn
le sta raggiungendo. Andate a dargli rinforzi, io e Wrath rimaniamo
qua a proteggere la magione. Non vorremmo fosse un diversivo”
“Merda!
Porca puttana!” le imprecazioni di V sibilate a voce alta
richiamarono l'attenzione dei fratelli che si avvicinarono tutti a
lui. Anche Z e P richiamati dalle esclamazioni soffocate si
materializzarono al suo fianco con gli sguardi preoccupati.
“Le
Elette sono in pericolo. Qhuinn è andato a proteggerle. Dobbiamo
raggiungerlo” spiegò. Non aveva ancora finito la frase che Phury
era già scomparso. La sola parola Elette gli aveva fatto accapponare
la pelle. Z non rispose e scomparve dietro al fratello senza
attendere gli altri.
“Andiamo”
disse Rhage
“No.”
sibilò Vishous.
“Andrò
solo io. Tu e Butch rimanete qua a sorvegliare. Ma non prendete
l'iniziativa. Scommetto che Thor ha già avvisato John e che là
troverò gli altri.” non aggiunse altro anche se moriva dalla
voglia di metterli in guardia. Ma sapeva che l'unica risposta sarebbe
stata un dito medio per cui fece un cenno di saluto e scomparve
dalla scena.
Quella
che doveva essere una serata calma si stava rivelando un gran casino.
Un casino che avrebbe scombussolato la pace nella grande casa.
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