mercoledì 13 febbraio 2013


CAPITOLO   1    La calma prima della tempesta

Qhuinn uscì dalla doccia completamente nudo. Il fisico potente e allenato era asciutto, senza un filo di grasso. Forse fin troppo asciutto, pensò fissandosi nello specchio.

I suoi occhi di due colori così diversi e intesi guardavano il suo riflesso senza vederlo realmente.

La mente era altrove insieme al suo spirito e al suo cuore.


Sbuffando a quel suo io che stentava a riconoscere iniziò ad asciugarsi i corti capelli neri che ultimamente si erano allungati.

Con passo pigro, cercando di fare le cose più lentamente possibile, aprì l'armadio e osservò il suo contenuto vagliando cosa mettersi. Una maglietta nera attillata o una maglietta nera attillata?

Bhe decisamente la scelta era alquanto limitata.

Così come per i pantaloni che variavano dalla tuta nera da ginnastica per gli allenamenti ai pantaloni neri di pelle che usava per combattere passando per un paio di jeans anch'essi neri sebbene ormai stinti. L'armadio non conteneva altro se si escludevano le scarpe da ginnastica o gli anfibi che indossava normalmente.

Forse avrebbe dovuto comprarsi qualche abito elegante come Blay rifletté.

Naaa non era nel suo stile.

Ci si sarebbe trovato esattamente come se avesse indossato un tutù rosa da ballerina o le scarpe con il tacco che piacevano tanto a Marissa.

Con un sospiro si mise i pantaloni di pelle e la maglietta. Era appena venuto dalla palestra e per quella notte non ci sarebbe tornato.

Mancavano ancora quattro ore all'alba e per quanto facesse le cose con calma il tempo non passava mai.

Di giorno sarebbe rimasto bloccato ugualmente a casa ma almeno ci sarebbe stato un po' più di movimento nella grande dimora.

Qualche fratello sarebbe andato in palestra dopo aver fatto l'amore con la sua shellan o avrebbe potuto partecipare a una sfida a biliardo nella tana con V e Bucht.

Qualsiasi cosa sarebbe andata bene anche leggere un libro a Nalla se Zsadist gli avesse mai permesso di avvicinarsi alla sua piccola.

Non era un mistero che il grosso vampiro sfregiato fosse gelosissimo della sua bambina e che raramente la lasciasse a qualcuno di diverso da Phury o dalle shellan che invece se la litigavano in continuazione.

Vestito si mise i pugnali al petto e le pistole ai fianchi.

Non doveva uscire a combattere ma si sentiva vestito. Senza armi sarebbe stato un po' come girare senza pantaloni.

La grande casa era silenziosa come non mai. Troppo silenziosa per i suoi gusti e anche troppo vuota.

Ultimamente era spesso così e quella sera era toccato a lui rimanere di guardia alla magione.

Niente di strano dopotutto.

Quei bastardi figli di puttana dei lesser, avevano fatto massicce affiliazioni ed erano più agguerriti che mai. Senza contare che secondo le ultime novità, strappate dalla bocca di uno di loro prima di essere aspirato da Bucht, il loro obiettivo era cambiato.

Il nuovo fore-lesser aveva deciso di lasciar perdere i civili ma concentrare i loro sforzi proprio sulla confraternita.

Quindi da predatori lui e i suoi fratelli erano diventati prede. Ma delle prede difficili da far fuori pensò sorridendo mentre ricordava lo scontro avuto la sera precedente.

Con John e Blay, Thor, Xhex e Rehv avevano distrutto un nido di quelle vipere e recuperato una decina di vasi.

E proprio in virtù di quello scontro quella sera Qhuinn era di riposo.

Wrath aveva deciso che lui e Thor sarebbero stati in casa insieme al re e alle shellan dei loro fratelli per proteggere la sede della confraternita mentre i suoi fratelli erano fuori.

John e Rehv assieme alle loro femmine si erano invece recati alla Colonia. Lì Rehvenge doveva sistemare un paio di faccende e Xhex aveva deciso di accompagnarlo. Purtroppo per lui non era stato ritenuto indispensabile dal momento che John era con una guerriera di tutto rispetto e con il pericoloso symphath. Gli altri fratelli compreso Phury, che aveva ricominciato a combattere sul campo, erano usciti a dare la caccia ai lesser mentre Blay era uscito con Saxton per andare chissà dove.

Per un attimo gli venne voglia di andare a cercarlo ma non sarebbe stata una buona idea.

Naaa doveva levarselo dalla mente una volta per tutte.

Si insomma doveva metterci una pietra sopra. Basta, stop, nada. Doveva finirla di essere geloso.

Aveva avuto la sua opportunità e l'aveva sprecata, quindi basta ripensamenti e rimpianti. Ma era dura, specie quando Blay era distante.

Era come se un chiodo fisso gli martellasse nella mente, un pungolo che non riusciva a scacciare. Ma doveva smetterla di pensare a lui, di pensare alle mani di Saxon che accarezzava il corpo sudato ed eccitato di Blay.

E se poi fosse stato lui a toccarlo...

Con un ringhio sbatté la porta dietro di lui e prese fiato. Maledizione il suo amichetto in basso stava dando segni di irrequietezza al solo pensare al suo amico.

Doveva calmarsi.

Doveva pensare a qualcos'altro.

Ma non sapeva proprio come distrarsi. Aveva già corso fino allo sfinimento e picchiato fino a farsi sanguinare le nocche il grosso sacco appeso in palestra.

“Ehi Qhuinn vieni a mangiare due pop-corn caldi. Fritz me li ha appena portati” la voce calda e profonda di Thor interruppe i suoi pensieri.

Certo sicuramente sarebbe finito a vedere qualche film idiota con il fratello ma forse era meglio stordirsi con Godzilla o King Kong che non con il fumo rosso come aveva fatto Phury o con il liquore che lo stava chiamando a gran voce dalla sua stanza.

Con un sospiro e un sorriso tirato raggiunse Thor e si sedette sul divano sperando di staccare la spina e smetterla di pensare.

Speranza vana.

Quando la classica donzella in pericolo, tutta boccoli biondi e tette rifatte urlò di terrore non poté fare a meno di pensare a Layla.

Lei aveva capito. Non era solo bella, molto meglio dell'eroina del film, ma anche intelligente.

A Qhuinn piaceva ma non poteva darle ciò che lei agognava. Così erano rimasti amici. Ma in maniera particolare dal momento che lo nutriva e lui le porgeva il suo polso. Uno scambio di sangue, e basta. Questi erano i patti che avevano stretto.

Il legame che avevano instaurato era di rispetto reciproco e reciproca comprensione. Non sarebbe mai andato a letto con Layla, non sarebbe stato giusto, ma quello scambio di sangue l'aveva comunque legato in qualche modo a lei.

E si. Un ottimo lavoro Qhuinn, si disse inferocito con se stesso.  Hai illuso quella povera ragazza per poi dirle “solo amici” e chiudere con il tuo amichetto di sotto. Proprio una bella stronzata degna di te!.

Dopo anni passati a scoparsi di tutto, femmine e maschi, di ogni tipo e razza indistintamente, adesso aveva deciso di filare dritto.

Un cuore infranto può fare grandi danni rifletté e il suo era andato in milioni di pezzi quando aveva capito che forse aveva perso per sempre Blay.

Thor lo sentì sospirare, prese una birra e gliela allungò con uno strano sorriso, mentre quel rompi*palle di un angelo entrava nella stanza tutto sorridente.

Oh chi abbiamo qua a farci compagnia? Il nuovo Sant'Astinenza da casa?” chiese lanciando a Qhuinn un occhiata divertita.
 
Fanculo Lassiter. Stai attento che se mi fai girare le palle, uno di questi giorni ti spengo come una lampadi...” lo minacciò in risposta Qhuinn lieto di potersela prendere con qualcuno per scaricarsi.

L'angelo scoppiò a ridere divertito e per nulla turbato di quella minaccia interrotta però dal suono di un cellulare.

Thor voltò la testa verso Qhuinn che infilando la mano in tasca estrasse il rumoroso apparecchietto guardandolo stupito.

“Layla?” mormorò a se stesso schiacciando il pulsante verde.

La voce dolce ma decisamente agitata e spaventata dell'Eletta irruppe fuori come un grido disperato “Qhuinn devi aiutarci. Il Primale non risponde e ci sono dei lesser che si stanno avvicinando alla casa”

Le sue parole piene di terrore lo fecero sobbalzare e buttata la bottiglia di birra per terra si mise seduto attentissimo “Dove sei? In quanti sono?” le chiese guardando Thor che lo osservava attento e con le orecchie tese per capire ciò che stava succedendo.

“Sono nella residenza del Primale con Selena e le altre. Non so quanti sono, ne abbiamo visti solo due, ma si sono appostati, forse aspettano rinforzi. Ho paura Qhuinn!”

Cazzo non c'era un attimo da perdere. Non poteva permettere che qualcuno facesse del male a Layla. Nessun lesser avrebbe dovuto mai neanche avvicinarsi ad un Eletta qualsiasi. Phury avrebbe passato dei guai con la Vergine Scriba e la Glymera avrebbe avuto una buona scusa per silurare Wrath come re, senza contare cosa avrebbero potuto passare quelle innocenti ragazze.

Qhuinn non perse un attimo e guardò Thor. “Io vado avvisa gli altri e raggiungetemi!” gli disse correndo fuori nella notte pronto a smaterializzarsi.

Non era un problema trovare il cottage, il sangue di Layla lo avrebbe guidato fin lì.





Vishous si accese un altra sigaretta. Si stava annoiando terribilmente. Era da quando erano usciti che stavano a sorvegliare il grosso casale situato nei boschi in periferia di Caldwell.

La soffiata ricevuta dal lesser morente il giorno prima li aveva indirizzati lì e adesso stavano ad attendere di capire se era il posto giusto e quanti bastardi contenesse.

Seduto vicino a lui intento a giocherellare con la pistola Butch attendeva in apparenza tranquillo divertendosi a pungolare Rhage che innervosito si era appena messo in bocca l'ennesimo lecca-lecca.

“Ma quanti ne hai mangiati? Sei un azionista della fabbrica?” gli chiese Butch ridacchiando.

Rhage lo fulminò con gli occhi cambiando peso da un piede all'altro. Era nervoso. Doveva riuscire a sfogarsi, la bestia si agitava inquieta e lui non vedeva l'ora di entrare in azione.

Vishous sorrise ai due e pensò alla sua Jane. Era in casa ad aspettarlo e probabilmente stava parlando con suo cognato. Manny pur avendo scelto di rimanere umano si era stabilito nella grande casa con Payne e aiutava Jane nelle sue ricerche oltre a occuparsi di ricucire i fratelli che uscivano sempre più malconci da ogni scontro. Ma sotto sotto, aveva il sangue vampiro e guerriero nelle vene, V ne era certo e aspettava solo di scoprire quanto tempo sarebbe passato prima che il professionale e composto Dottor Manello decidesse di abbandonare il bisturi per stringere un pugnale al suo posto.

Un rumore sulla sua destra attirò il suo sguardo. Z aveva cambiato posizione e stava trafficando con Phury al suo cellulare.

I due gemelli erano sempre insieme. Da quando Phury aveva ripreso a combattere Z usciva con lui regolarmente coprendosi le spalle a vicenda con un affiatamento al limite dell'incredibile.

Nel buio V sogghignò. Entrambi erano imbranati con le cose tecnologiche e lui si divertiva a vederli smanettare con quell'aggeggio per loro così complicato. A quanto pareva era caduto di mano al bel vampiro dalla chioma colorata quando erano scesi dalla macchina che li aveva portati fin lì e adesso stavano cercando di rimetterlo in funzione.

V spense la sigaretta contro il tacco e decise che era il momento che il mago dei computer aiutasse i due gemelli. Si stava per smaterializzare e andare da loro quando il suo cellulare vibrò nella tasca.

Con sguardo interrogativo risposte a Thor.

“V. Siamo nei guai. Avvisa Phury che le Elette sono in pericolo. Qhuinn le sta raggiungendo. Andate a dargli rinforzi, io e Wrath rimaniamo qua a proteggere la magione. Non vorremmo fosse un diversivo”

“Merda! Porca puttana!” le imprecazioni di V sibilate a voce alta richiamarono l'attenzione dei fratelli che si avvicinarono tutti a lui. Anche Z e P richiamati dalle esclamazioni soffocate si materializzarono al suo fianco con gli sguardi preoccupati.

“Le Elette sono in pericolo. Qhuinn è andato a proteggerle. Dobbiamo raggiungerlo” spiegò. Non aveva ancora finito la frase che Phury era già scomparso. La sola parola Elette gli aveva fatto accapponare la pelle. Z non rispose e scomparve dietro al fratello senza attendere gli altri.

“Andiamo” disse Rhage

“No.” sibilò Vishous.

“Andrò solo io. Tu e Butch rimanete qua a sorvegliare. Ma non prendete l'iniziativa. Scommetto che Thor ha già avvisato John e che là troverò gli altri.” non aggiunse altro anche se moriva dalla voglia di metterli in guardia. Ma sapeva che l'unica risposta sarebbe stata un dito medio per cui fece un cenno di saluto e scomparve dalla scena.



Quella che doveva essere una serata calma si stava rivelando un gran casino. Un casino che avrebbe scombussolato la pace nella grande casa.

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