mercoledì 13 febbraio 2013


CAPITOLO  3      Strategie


Wrath aveva convocato tutta la confraternita al gran completo.

Quello che era successo e che gli avevano comunicato V e i gemelli era stato un duro colpo.

Qhuinn era un ragazzo in gamba con le palle quadrate e la mano ferma e pur non essendo un guerriero aveva dimostrato valore e abilità.

Senza sforzo lui e Blay si erano inseriti nella confraternita come se fossero stati dei fratelli e malgrado non lo fossero ufficialmente erano nel cuore di tutti e in quel momento nei pensieri di tutti.



Wrath era preoccupatissimo. Se lo avevano catturato vivo c'era un perché e il motivo non poteva essere che uno solo!

Volevano sapere con sicurezza dove era posizionata la magione per poter colpire il cuore della confraternita.

Se fossero arrivati lì non solo avrebbero ucciso lui, il re della razza e la sua regina, mandando allo sbaraglio l'intera razza, ma avrebbero colpito i guerrieri in quello che avevano di più caro e prezioso le loro shellan.

 
E lui era sicuro che Qhuinn non li avrebbe traditi facilmente e questo comportava il dolore più grande.

La consapevolezza che quel ragazzo si sarebbe fatto torturare fino alla morte pur di tenere il becco chiuso.

Non potevano permetterlo. Aveva sacrificato se stesso per salvare le Elette e la confraternita non lo avrebbe abbandonato al suo destino, loro non lasciavano mai indietro nessuno e avrebbero combattuto e ucciso per salvarlo o per onorare la sua morte se il destino non li avesse aiutati a trovarlo in tempo.


La riunione era stata convocata in biblioteca. Il motivo non stava nella particolarità della situazione ma nel numero ormai troppo grande di persone che abitavano in quella casa.

Infatti non avrebbero partecipato solo i guerrieri come succedeva normalmente ma anche tutte le loro shellan. La tragedia che li aveva colpiti non avrebbe influito solo sui guerrieri, che era sicuro avrebbero dato l'anima, ma anche sulle loro femmine che sapeva li avrebbero appoggiati in tutti i modi.

Wrath era seduto dietro al grande tavolo che di solito ospitava solo libri. Al suo fianco da un lato il fido George che si era accucciato sul tappeto per la gioia di Fritz che avrebbe dovuto ripulirlo dai peli. Dietro di lui in piedi con le mani appoggiate alle sue grandi spalle Beth aspettava in silenzio conscia che il destino aveva bussato amaramente alla loro porta.

Davanti a lui c'erano ormai quasi tutti. I fratelli erano in piedi ad aspettare. C'era chi stava fermo quasi fosse una statua di marmo e chi invece passeggiava nervoso rincorso dai propri fantasmi.

Stavano aspettando Blay. E l'aria era carica di tensione. John passeggiava nervosamente e guardava fuori preoccupato, Zsadist l'aveva preso da parte al suo rientro e gli aveva spiegato come era andata.

E lui aveva reagito proprio come si aspettavano. In tre avevano dovuto bloccarlo e impedirgli di uscire a cercare qualche lesser da sbudellare. Lui aveva combattuto e poi era crollato affranto fra le braccia di Xhex. Per fortuna che c'era lei pensò Wrath. Quella ragazza riusciva a farlo ragionare più di chiunque altro ed era sicuro che sarebbe stata vicina a John aiutandolo a rimanere lucido.

 
Quando Blay varcò la soglia della biblioteca rimase per un attimo interdetto mentre guardava gli occupanti della grande sala. I suoi occhi vagarono su tutti alla ricerca di chi mancava, controllando se tutti i suoi amici fossero presenti.

Ma in cuor suo sapeva già e con sguardo vitreo e la gola secca chiese “E' successo qualcosa a Qhuinn vero?”

Per un attimo un silenzio imbarazzante scese nella sala.

Tutti sapevano l'affetto che li legava, tutti erano consci che quello che gli avrebbero detto lo avrebbe devastato. Ma non c'era possibilità di mentire e non sarebbe stato giusto.

Se volevano aiutare Qhuinn dovevano tutti darsi da fare.

“Si. Qhuinn è scomparso” annunciò Wrath tetro.

Blay si sentì mancare il terreno sotto i piedi. Ad un tratto il mondo parve frantumarsi sotto i suoi occhi o forse era solo il cuore che si sbriciolava nel petto.

“Che significa scomparso?” chiese con un filo di voce tremante mentre cercava di non crollare sul tappeto in lacrime.

La mano forte di John si posò sulla sua spalla. Anche se avesse potuto non c'erano parole da poter dire. Nulla che avrebbe potuto ricucire i loro cuori feriti. Potevano solo stare vicini. Come avevano fatto tante volte, come quando erano al corso solo dei ragazzetti incoscienti di cosa volesse dire soffrire sul serio.

Qhuinn li aveva aiutati, e in qualche modo con il suo modo di fare forte e disinvolto protetto e guidato. E adesso non potevano cedere alla disperazione. Non avrebbe portato a nulla. Dovevano farsi coraggio e combattere.

La mano di Blay si posò su quella di John e i suoi occhi cercarono quelli dell'amico.

Entrambi li avevano velati dalle lacrime ma entrambi non avrebbero pianto davanti ai fratelli.

“Qhuinn è andato a salvare le Elette da solo. Quando siamo arrivati era scomparso. Dalle tracce crediamo che sia stato ferito e catturato” la voce plumbea e pesante come un macigno era di Vishous.

Un ringhio di Zsadist ruppe il silenzio che avevano seguito le sue parole

“Non lo abbandoneremo.” disse poi stringendo la mano alla sua shellan. I suoi occhi diventati pozzi neri fissavano i due ragazzi. Loro lo guardarono e seppero che lui capiva. Il dolore per la perdita era immenso devastante ma la speranza doveva continuare a vivere. Non c'era scelta.

“Adesso non possiamo fare nulla. Il sole sorgerà fra meno di un ora ma stanotte rimarremo solo io, Rehv e Manny a casa. Voi tutti uscirete divisi in gruppi a cercare notizie. Dovrete catturare dei lesser vivi e interrogarli. Solo così riusciremo a scoprire dove nascondono Qhuinn. E' la nostra unica speranza” un silenzio agghiacciante seguì gli ordini di Wrath mentre tutti loro maledivano il sole che li avrebbe confinati lì dentro a macerarsi nell'attesa di poter combattere.

“Scusa se ti contraddico ma non intendo starmene ad aspettare con le mani in mano” la voce profonda e calda di Rehv ruppe il silenzio.

“Io e Xhex usciremo e inizieremo a cercare. Il sole non è un ostacolo per noi symphath e ogni minuto e informazione può essere preziosa” spiegò stringendo il braccio a John che aveva alzato la testa di scatto.

Con la sua shellan andavano sempre a combattere insieme. Avevano fatto questo patto, sarebbe stato troppo doloroso saperla a combattere da sola.

“John. Io andrò. Non posso rimanere qua. Io e Rehv possiamo fare la differenza, possiamo accorciare i tempi e ti giuro che non combatterò senza di te. Cercheremo solo notizie. E sappiamo entrambi che trovarlo presto può essere l'unica sua salvezza” le parole di Xhex risuonarono dolci e melodiose. Persino convincenti. John la guardò diviso tra la necessita e la paura poi abbassò la testa e agitò le mani Grazie le disse.

Wrath annui. “Va bene. Faremo così ma vi voglio qua al primo pasto e voglio che vi teniate costantemente in contatto con noi. Non possiamo permetterci di perdere qualcun' altro”

Un coro di assensi seguì le sue parole. Mentre Phury prese la parola. “Io andrò invece a raggiungere le Elette al santuario. Devo controllare che stiano bene e già che ci sono le interrogherò a fondo, magari saranno in grado di dirci qualcosa sull'accaduto”. Wrath annui. Era una speranza pallida ma capiva che ognuno aveva bisogno di sentirsi utile in qualche modo e non si stupì affatto quando Manny prese la parola schiarendosi la voce “E se non avete nulla in contrario uscirei anch'io”

Tutti gli occhi si voltarono a guardarlo stupito. Manello era con loro da pochissimo tempo e non erano ancora abituati a considerarlo uno di loro malgrado le sue capacità fossero più che apprezzate.

La mano di Payne gli strinse il braccio più luminosa del dovuto. Era preoccupata e di questo nessuno si stupì.

“E cosa vorresti fare, dottore?” gli chiese Wrath stupito e anche un po' preoccupato per quell'umano che in fondo doveva essere legato per sangue anche a lui.

Manello si schiarì la gola ancora una volta. Forse era in imbarazzo o più probabilmente sapeva che avrebbe incontrato qualche resistenza e aveva intenzione di non mollare.

“Ci mancano dei medicinali. Stiamo esaurendo le scorte di anestetici e bende. Sarebbe saggio ricostituire le scorte visto come si stanno mettendo le cose” disse guardando Jane ed Ehlena che annuirono convinte. “E poi potrei fare un giretto per la città. Magari noto qualcosa di strano. Insomma potrei in qualche modo aiutare nelle ricerche” concluse guardando il re e chiedendosi se lo avrebbe fermato o meno.

Wrath sospirò per nulla contento “Non posso ordinarti nulla. Non appartieni alla mia razza malgrado il sangue che scorre nelle tue vene sia lo stesso del mio. Ma non mi piace il tuo piano. Può essere pericoloso e se qualcuno si fa male tu sei fin troppo utile” disse guardandolo poi si volto verso Vishous “Cosa ne pensi V. Credo che l'ultima parola tocchi a te”

A nessuno sfuggì l'occhiata supplichevole che Payne volse verso il suo gemello. Neanche lei era convinta del piano del suo maschio.

Ma V invece di rivolgersi a Manello si girò verso Jane che stava in piedi al suo fianco “Avete bisogno di quella roba Jane?” le chiese.

Lei sospirò e annui. “Si e poi credo che Manny possa girare tranquillamente. Non c'è nulla che lo possa collegare a noi. Senza contare che può muoversi senza destare sospetti fra gli uomini”

Manny annui e le fece l'occhiolino mentre V dopo averlo guardato a fondo si rivolse a Butch “E tu cosa ne pensi sbirro. In fondo sei il suo parente più stretto.”

Il poliziotto sogghigno. “Già. Dividiamo lo stesso padre a quanto pare. E se il suo sangue è anche solo un minimo del mio, sono sicuro che se la caverà” aggiunse con un sorriso “Anzi penso che potresti andare a trovare il mio amico Della Cruz, a lui non sfugge mai niente” aggiunse pensoso.

“Sono perfettamente d'accordo” aggiunse Xhex a sorpresa.

“Lo conosci?” gli chiese Butch stupito.

“Si. E mi ha fatto un ottima impressione” gli spiegò lei rimanendo evasiva. Non era il momento di ricordare vecchie storie avevano tutto il tempo quando la riunione sarebbe finita.

“Allora è deciso. E per favore Manello non metterti nei guai” disse Wrath.

In silenzio surreale i fratelli sfilarono fuori ordinatamente dalla stanza senza fiatare. Sembrava che nessuno avesse voglia di parlare. Erano tutti troppo tristi e nervosi, ma soprattutto coscienti che al calare della notte avrebbero dovuto fare del loro meglio. Nessuno si sarebbe arreso senza combattere, nessuno avrebbe rinunciato a trovarlo. Qhuinn era uno di loro.



Wrath osservò in silenzio i suoi guerrieri e le loro shellan uscire.

“Dio speriamo di trovarlo presto.” mormorò girando i suoi occhi cechi verso la sua Beth ferma vicino a lui.

“Lo troveranno. Qhuinn sarà presto fra noi” gli rispose lei.

Il re non aveva potuto vedere lo sguardo determinato dei suoi uomini e Beth aveva una fiducia immensa nella riuscita dell'impresa.

Si rifiutava di pensare ad un fallimento. L'opzione semplicemente non esisteva. Era impensabile per lei il contrario.

Qhuinn sarebbe tornato a casa, doveva tornare!!

 

John e Xhex uscirono dalla biblioteca e tenendosi per mano andarono nella loro camera.

Lì lei avrebbe preso le armi necessarie a proteggersi e si sarebbe vestita in maniera consona a girare per le strade di Caldwell in mezzo agli umani.

Non era soddisfatta di questo ma sapeva per esperienza diretta che la prigionia è terribile e che il tempo è un fattore determinante per la salvezza dell'ostaggio.

Se volevano salvarlo, se volevano evitare che morisse o impazzisse dovevano sbrigarsi.

E John non si sarebbe dato pace finché il suo amico e compagno di battaglie non sarebbe stato al sicuro.

“John lo troveremo” gli disse abbracciandolo stretto.

Lui la guardò, il volto triste e lo sguardo lontano, poi iniziò a muovere le mani.   Lui ha fatto tanto per me. Mi è stato amico quando nessuno lo era. Mi ha salvato a rischio della sua vita. Non posso perderlo Xhex. Non posso perderlo come non posso perdere te.

“Lo so John. So quanto sei legato a lui. Per questo adesso mi lascerai andare, per questo adesso io uscirò a cercarlo. E giuro che farò di tutto e insieme questa notte lo tireremo fuori dai guai. A qualsiasi costo John. A qualsiasi costo” rispose lei guardandolo negli occhi.

Lui sospirò e si staccò dalle sue braccia. Va bene vai. Ma promettimi che starai attenta le disse serio.

Lei annui lo baciò sulla bocca e si girò uscendo sicura e tranquilla come la serial killer che era.

Non ci sarebbero stati pianti ma John avrebbe passato un pomeriggio d'inferno. Un pomeriggio passato a preparare e lucidare le armi. E quando la notte fosse giunta si sarebbe messo in caccia con la sua shellan e avrebbero trovato Qhuinn. O lui sarebbe morto di dolore.


John non era l'unico a stare male. Blay si era chiuso in camera aveva preso il cellulare e aveva mandato un messaggio a Saxton.

Qhuinn rapito dai lessar. Stanotte vado a caccia. Erano poche parole scarne. Avrebbe voluto chiamarlo e dirgli che il suo cuore era pezzi. Che il suo amore era in pericolo e che lui sarebbe morto pur di salvare Qhuinn perché in fondo era ancora innamorato del suo migliore amico. Ma non lo fece. Non voleva ferire Saxton ma per la prima volta da quando aveva conosciuto il suo amante si rese conto che senza Qhuinn la sua vita non avrebbe avuto senso. Il vuoto che sentiva dentro era troppo profondo, troppo freddo per essere solo il dispiacere di perdere un amico.

Era innamorato e questa volta se lo avessero riportato a casa non si sarebbe tirato indietro, sarebbe stato vicino a lui e gli avrebbe detto in faccia quanto lo amava. E poi... bhe se lo avesse rifiutato avrebbe continuato ad amarlo. In fondo non c'è mai limite ai calci in culo che si possono prendere e al dolore che un cuore lacerato dall'amore può sopportare.

Il suo cellulare vivrò e lui lesse il messaggio di risposta Non ti preoccupare. Lo so quello che provi. Vai e lotta per lui. Fa solo attenzione i morti non servono a nessuno.

Blay strinse il cellulare in pugno e sorrise. Si avrebbe lottato per lui e sapeva di non essere solo.

“Resisti Qhuinn, non mollare.” mormorò prima di prendere il pugnale e iniziare ad affilarlo.






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