CAPITOLO
3 Strategie
Wrath
aveva convocato tutta la confraternita al gran completo.
Quello
che era successo e che gli avevano comunicato V e i gemelli era
stato un duro colpo.
Qhuinn
era un ragazzo in gamba con le palle quadrate e la mano ferma e pur
non essendo un guerriero aveva dimostrato valore e abilità.
Senza
sforzo lui e Blay si erano inseriti nella confraternita come se
fossero stati dei fratelli e malgrado non lo fossero ufficialmente
erano nel cuore di tutti e in quel momento nei pensieri di tutti.
Wrath
era preoccupatissimo. Se lo avevano catturato vivo c'era un perché
e il motivo non poteva essere che uno solo!
Volevano
sapere con sicurezza dove era posizionata la magione per poter
colpire il cuore della confraternita.
Se
fossero arrivati lì non solo avrebbero ucciso lui, il re della razza
e la sua regina, mandando allo sbaraglio l'intera razza, ma
avrebbero colpito i guerrieri in quello che avevano di più caro e
prezioso le loro shellan.
E
lui era sicuro che Qhuinn non li avrebbe traditi facilmente e questo
comportava il dolore più grande.
La
consapevolezza che quel ragazzo si sarebbe fatto torturare fino alla
morte pur di tenere il becco chiuso.
Non
potevano permetterlo. Aveva sacrificato se stesso per salvare le
Elette e la confraternita non lo avrebbe abbandonato al suo destino,
loro non lasciavano mai indietro nessuno e avrebbero combattuto e
ucciso per salvarlo o per onorare la sua morte se il destino non li
avesse aiutati a trovarlo in tempo.
La riunione era stata convocata in biblioteca. Il motivo non stava nella particolarità della situazione ma nel numero ormai troppo grande di persone che abitavano in quella casa.
Infatti
non avrebbero partecipato solo i guerrieri come succedeva normalmente
ma anche tutte le loro shellan. La tragedia che li aveva
colpiti non avrebbe influito solo sui guerrieri, che era sicuro
avrebbero dato l'anima, ma anche sulle loro femmine che sapeva li
avrebbero appoggiati in tutti i modi.
Wrath
era seduto dietro al grande tavolo che di solito ospitava solo libri.
Al suo fianco da un lato il fido George che si era accucciato sul
tappeto per la gioia di Fritz che avrebbe dovuto ripulirlo dai peli.
Dietro di lui in piedi con le mani appoggiate alle sue grandi spalle
Beth aspettava in silenzio conscia che il destino aveva bussato
amaramente alla loro porta.
Davanti
a lui c'erano ormai quasi tutti. I fratelli erano in piedi ad
aspettare. C'era chi stava fermo quasi fosse una statua di marmo e
chi invece passeggiava nervoso rincorso dai propri fantasmi.
Stavano
aspettando Blay. E l'aria era carica di tensione. John passeggiava
nervosamente e guardava fuori preoccupato, Zsadist l'aveva preso da
parte al suo rientro e gli aveva spiegato come era andata.
E
lui aveva reagito proprio come si aspettavano. In tre avevano dovuto
bloccarlo e impedirgli di uscire a cercare qualche lesser da
sbudellare. Lui aveva combattuto e poi era crollato affranto fra le
braccia di Xhex. Per fortuna che c'era lei pensò Wrath. Quella
ragazza riusciva a farlo ragionare più di chiunque altro ed era
sicuro che sarebbe stata vicina a John aiutandolo a rimanere lucido.
Quando
Blay varcò la soglia della biblioteca rimase per un attimo
interdetto mentre guardava gli occupanti della grande sala. I suoi
occhi vagarono su tutti alla ricerca di chi mancava, controllando se
tutti i suoi amici fossero presenti.
Ma
in cuor suo sapeva già e con sguardo vitreo e la gola secca chiese
“E' successo qualcosa a Qhuinn vero?”
Per
un attimo un silenzio imbarazzante scese nella sala.
Tutti
sapevano l'affetto che li legava, tutti erano consci che quello che
gli avrebbero detto lo avrebbe devastato. Ma non c'era possibilità
di mentire e non sarebbe stato giusto.
Se
volevano aiutare Qhuinn dovevano tutti darsi da fare.
“Si.
Qhuinn è scomparso” annunciò Wrath tetro.
Blay
si sentì mancare il terreno sotto i piedi. Ad un tratto il mondo
parve frantumarsi sotto i suoi occhi o forse era solo il cuore che si
sbriciolava nel petto.
“Che
significa scomparso?” chiese con un filo di voce tremante mentre
cercava di non crollare sul tappeto in lacrime.
La
mano forte di John si posò sulla sua spalla. Anche se avesse potuto
non c'erano parole da poter dire. Nulla che avrebbe potuto ricucire i
loro cuori feriti. Potevano solo stare vicini. Come avevano fatto
tante volte, come quando erano al corso solo dei ragazzetti
incoscienti di cosa volesse dire soffrire sul serio.
Qhuinn
li aveva aiutati, e in qualche modo con il suo modo di fare forte e
disinvolto protetto e guidato. E adesso non potevano cedere alla
disperazione. Non avrebbe portato a nulla. Dovevano farsi coraggio e
combattere.
La
mano di Blay si posò su quella di John e i suoi occhi cercarono
quelli dell'amico.
Entrambi
li avevano velati dalle lacrime ma entrambi non avrebbero pianto
davanti ai fratelli.
“Qhuinn
è andato a salvare le Elette da solo. Quando siamo arrivati era
scomparso. Dalle tracce crediamo che sia stato ferito e catturato”
la voce plumbea e pesante come un macigno era di Vishous.
Un
ringhio di Zsadist ruppe il silenzio che avevano seguito le sue
parole
“Non
lo abbandoneremo.” disse poi stringendo la mano alla sua shellan.
I suoi occhi diventati pozzi neri fissavano i due ragazzi. Loro lo
guardarono e seppero che lui capiva. Il dolore per la perdita era
immenso devastante ma la speranza doveva continuare a vivere. Non
c'era scelta.
“Adesso
non possiamo fare nulla. Il sole sorgerà fra meno di un ora ma
stanotte rimarremo solo io, Rehv e Manny a casa. Voi tutti uscirete
divisi in gruppi a cercare notizie. Dovrete catturare dei lesser vivi
e interrogarli. Solo così riusciremo a scoprire dove nascondono
Qhuinn. E' la nostra unica speranza” un silenzio agghiacciante
seguì gli ordini di Wrath mentre tutti loro maledivano il sole che
li avrebbe confinati lì dentro a macerarsi nell'attesa di poter
combattere.
“Scusa
se ti contraddico ma non intendo starmene ad aspettare con le mani in
mano” la voce profonda e calda di Rehv ruppe il silenzio.
“Io
e Xhex usciremo e inizieremo a cercare. Il sole non è un ostacolo
per noi symphath e ogni minuto e informazione può essere
preziosa” spiegò stringendo il braccio a John che aveva alzato la
testa di scatto.
Con
la sua shellan andavano sempre a combattere insieme. Avevano
fatto questo patto, sarebbe stato troppo doloroso saperla a
combattere da sola.
“John.
Io andrò. Non posso rimanere qua. Io e Rehv possiamo fare la
differenza, possiamo accorciare i tempi e ti giuro che non combatterò
senza di te. Cercheremo solo notizie. E sappiamo entrambi che
trovarlo presto può essere l'unica sua salvezza” le parole di Xhex
risuonarono dolci e melodiose. Persino convincenti. John la guardò
diviso tra la necessita e la paura poi abbassò la testa e agitò le
mani Grazie le disse.
Wrath
annui. “Va bene. Faremo così ma vi voglio qua al primo pasto e
voglio che vi teniate costantemente in contatto con noi. Non possiamo
permetterci di perdere qualcun' altro”
Un
coro di assensi seguì le sue parole. Mentre Phury prese la parola.
“Io andrò invece a raggiungere le Elette al santuario. Devo
controllare che stiano bene e già che ci sono le interrogherò a
fondo, magari saranno in grado di dirci qualcosa sull'accaduto”.
Wrath annui. Era una speranza pallida ma capiva che ognuno aveva
bisogno di sentirsi utile in qualche modo e non si stupì affatto
quando Manny prese la parola schiarendosi la voce “E se non avete
nulla in contrario uscirei anch'io”
Tutti
gli occhi si voltarono a guardarlo stupito. Manello era con loro da
pochissimo tempo e non erano ancora abituati a considerarlo uno di
loro malgrado le sue capacità fossero più che apprezzate.
La
mano di Payne gli strinse il braccio più luminosa del dovuto. Era
preoccupata e di questo nessuno si stupì.
“E
cosa vorresti fare, dottore?” gli chiese Wrath stupito e anche un
po' preoccupato per quell'umano che in fondo doveva essere legato per
sangue anche a lui.
Manello
si schiarì la gola ancora una volta. Forse era in imbarazzo o più
probabilmente sapeva che avrebbe incontrato qualche resistenza e
aveva intenzione di non mollare.
“Ci
mancano dei medicinali. Stiamo esaurendo le scorte di anestetici e
bende. Sarebbe saggio ricostituire le scorte visto come si stanno
mettendo le cose” disse guardando Jane ed Ehlena che annuirono
convinte. “E poi potrei fare un giretto per la città. Magari noto
qualcosa di strano. Insomma potrei in qualche modo aiutare nelle
ricerche” concluse guardando il re e chiedendosi se lo avrebbe
fermato o meno.
Wrath
sospirò per nulla contento “Non posso ordinarti nulla. Non
appartieni alla mia razza malgrado il sangue che scorre nelle tue
vene sia lo stesso del mio. Ma non mi piace il tuo piano. Può essere
pericoloso e se qualcuno si fa male tu sei fin troppo utile” disse
guardandolo poi si volto verso Vishous “Cosa ne pensi V. Credo che
l'ultima parola tocchi a te”
A
nessuno sfuggì l'occhiata supplichevole che Payne volse verso il suo
gemello. Neanche lei era convinta del piano del suo maschio.
Ma
V invece di rivolgersi a Manello si girò verso Jane che stava in
piedi al suo fianco “Avete bisogno di quella roba Jane?” le
chiese.
Lei
sospirò e annui. “Si e poi credo che Manny possa girare
tranquillamente. Non c'è nulla che lo possa collegare a noi. Senza
contare che può muoversi senza destare sospetti fra gli uomini”
Manny
annui e le fece l'occhiolino mentre V dopo averlo guardato a fondo si
rivolse a Butch “E tu cosa ne pensi sbirro. In fondo sei il suo
parente più stretto.”
Il
poliziotto sogghigno. “Già. Dividiamo lo stesso padre a quanto
pare. E se il suo sangue è anche solo un minimo del mio, sono sicuro
che se la caverà” aggiunse con un sorriso “Anzi penso che
potresti andare a trovare il mio amico Della Cruz, a lui non sfugge
mai niente” aggiunse pensoso.
“Sono
perfettamente d'accordo” aggiunse Xhex a sorpresa.
“Lo
conosci?” gli chiese Butch stupito.
“Si.
E mi ha fatto un ottima impressione” gli spiegò lei rimanendo
evasiva. Non era il momento di ricordare vecchie storie avevano tutto
il tempo quando la riunione sarebbe finita.
“Allora
è deciso. E per favore Manello non metterti nei guai” disse Wrath.
In
silenzio surreale i fratelli sfilarono fuori ordinatamente dalla
stanza senza fiatare. Sembrava che nessuno avesse voglia di parlare.
Erano tutti troppo tristi e nervosi, ma soprattutto coscienti che al
calare della notte avrebbero dovuto fare del loro meglio. Nessuno si
sarebbe arreso senza combattere, nessuno avrebbe rinunciato a
trovarlo. Qhuinn era uno di loro.
Wrath
osservò in silenzio i suoi guerrieri e le loro shellan
uscire.
“Dio
speriamo di trovarlo presto.” mormorò girando i suoi occhi cechi
verso la sua Beth ferma vicino a lui.
“Lo
troveranno. Qhuinn sarà presto fra noi” gli rispose lei.
Il
re non aveva potuto vedere lo sguardo determinato dei suoi uomini e
Beth aveva una fiducia immensa nella riuscita dell'impresa.
Si
rifiutava di pensare ad un fallimento. L'opzione semplicemente non
esisteva. Era impensabile per lei il contrario.
Qhuinn
sarebbe tornato a casa, doveva tornare!!
John
e Xhex uscirono dalla biblioteca e tenendosi per mano andarono nella
loro camera.
Lì
lei avrebbe preso le armi necessarie a proteggersi e si sarebbe
vestita in maniera consona a girare per le strade di Caldwell in
mezzo agli umani.
Non
era soddisfatta di questo ma sapeva per esperienza diretta che la
prigionia è terribile e che il tempo è un fattore determinante per
la salvezza dell'ostaggio.
Se
volevano salvarlo, se volevano evitare che morisse o impazzisse
dovevano sbrigarsi.
E
John non si sarebbe dato pace finché il suo amico e compagno di
battaglie non sarebbe stato al sicuro.
“John
lo troveremo” gli disse abbracciandolo stretto.
Lui
la guardò, il volto triste e lo sguardo lontano, poi iniziò a
muovere le mani. Lui
ha fatto tanto per me. Mi è stato amico quando nessuno lo era. Mi ha
salvato a rischio della sua vita. Non posso perderlo Xhex. Non posso
perderlo come non posso perdere te.
“Lo
so John. So quanto sei legato a lui. Per questo adesso mi lascerai
andare, per questo adesso io uscirò a cercarlo. E giuro che farò
di tutto e insieme questa notte lo tireremo fuori dai guai. A
qualsiasi costo John. A qualsiasi costo” rispose lei guardandolo
negli occhi.
Lui
sospirò e si staccò dalle sue braccia. Va
bene vai. Ma promettimi che starai attenta le
disse serio.
Lei
annui lo baciò sulla bocca e si girò uscendo sicura e tranquilla
come la serial killer che era.
Non
ci sarebbero stati pianti ma John avrebbe passato un pomeriggio
d'inferno. Un pomeriggio passato a preparare e lucidare le armi. E
quando la notte fosse giunta si sarebbe messo in caccia con la sua
shellan e avrebbero trovato Qhuinn. O lui sarebbe morto di
dolore.
John
non era l'unico a stare male. Blay si era chiuso in camera aveva
preso il cellulare e aveva mandato un messaggio a Saxton.
Qhuinn
rapito dai lessar. Stanotte vado a caccia. Erano
poche parole scarne. Avrebbe voluto chiamarlo e dirgli che il suo
cuore era pezzi. Che il suo amore era in pericolo e che lui sarebbe
morto pur di salvare Qhuinn perché in fondo era ancora innamorato
del suo migliore amico. Ma non lo fece. Non voleva ferire Saxton ma
per la prima volta da quando aveva conosciuto il suo amante si rese
conto che senza Qhuinn la sua vita non avrebbe avuto senso. Il vuoto
che sentiva dentro era troppo profondo, troppo freddo per essere solo
il dispiacere di perdere un amico.
Era
innamorato e questa volta se lo avessero riportato a casa non si
sarebbe tirato indietro, sarebbe stato vicino a lui e gli avrebbe
detto in faccia quanto lo amava. E poi... bhe se lo avesse rifiutato
avrebbe continuato ad amarlo. In fondo non c'è mai limite ai calci
in culo che si possono prendere e al dolore che un cuore lacerato
dall'amore può sopportare.
Il
suo cellulare vivrò e lui lesse il messaggio di risposta Non
ti preoccupare. Lo so quello che provi. Vai e lotta per lui. Fa solo
attenzione i morti non servono a nessuno.
Blay
strinse il cellulare in pugno e sorrise. Si avrebbe lottato per lui e
sapeva di non essere solo.
“Resisti
Qhuinn, non mollare.” mormorò prima di prendere il pugnale e
iniziare ad affilarlo.
Nessun commento:
Posta un commento