Capitolo
19 La Vergine Scriba
La
Vergine Scriba non si fece attendere più di tanto. Con un flop si
materializzò davanti a Wrath avvolta nel solito mantello ero.
Lui
le sorrise e alzò la mano mostrando le collane dalle quali pendevano
le lingue dei lessar massacrati.
“Qui
ci sono i tributi per voi, nostra Signora” le disse inclinando
leggermente la testa in segno di rispetto.
Una
risata allegra e argentina invase il bianco piazzale mentre gli
uccellini si bloccarono un attimo per poi riprendere a cinguettare
ancora più forte.
“Ero
sicura che non avresti tardato a presentarti al mio cospetto”
rispose lei e dal mantello arrivò una dolce brezza calda e
accogliente.
Wrath
sorrise. Malgrado il suo volto fosse quello di un guerriero i
lineamenti duri si ammorbidirono lasciando intravedere la leggerezza
del suo animo.
Il
silenzio scivolò tra di loro quasi palpabile. Wrath attendeva.
Sapeva di non poter porgere domande alla sua Signora ma non sarebbe
mai andato via senza avere la risposta che aspettava.
Lei
d'altra parte sembrava persa nei suoi pensieri o così pensava lui
vedendo solo una sfocata ombra luminosa immobile a pochi passi da
lui.
“Bhe
che aspetti guerriero. Prendi i tributi e buttali nella fontana.”
gli ordinò lei infine dandogli le spalle e avvicinandosi alla grande
e bellissima fontana da cui l'acqua zampillava spargendo nell'aria
una dolce melodia che unita a quella degli uccellini riecheggiava nel
silenzio di quell'ambiente etereo.
Wrath
si avvicinò ed ubbidì chiedendosi perché mai avesse dovuto buttare
lì le lingue insozzando così quell'acqua così limpida e
cristallina. Gli sembrava un atto sacrilego ma se lei lo voleva...
lui non si sarebbe certamente opposto.
Non
appena i tributi toccarono la superficie della fontana un denso
fumo grigio iniziò ad alzarsi dalle sua acque. Una nebbia palpabile
e spessa iniziò a vorticare furiosamente avvolgendo completamente il
guerriero che cercava di guardarsi attorno stranito dalla scena e
spaventato dall'essere nuovamente piombato nella cecità.
In
pochi secondi il bianco candore della Vergine Scriba fu coperto dalla
spessa nebbia e lei sparì nel nulla mentre Wrath si ritrovò avvolto
nel suo limbo.
La
sentiva aderire sulla pelle, la poteva percepire con l'olfatto
mentre lo avvolgeva sinuosa come un serpente nelle sue spire. In
silenzio attonito l'inspirò poiché non poteva fare altro e per un
attimo i suoi occhi si aprirono alla vista.
Il
suo studio era piccolo ma ben curato. Le pareti azzurrine vivaci
mentre la grande scrivania sembrava troppo grossa per la stanza.
Anche l'enorme trono sembrava sproporzionato alla piccola stanza che
però sapeva di casa.
Ma
subito tutto fu avvolto nuovamente dal solito velo nero.
Era
ritornato cieco mentre si rendeva conto che la nebbia si era dissolta
e lui era nuovamente nel suo studio.
George
vicino a lui aveva iniziato a leccargli la mano per richiamare la sua
attenzione e Wrath meccanicamente iniziò a fargli le carezze sulla
grossa testa morbida e pelosa mentre si chiedeva che cosa fosse
successo.
Ancora
stordito si alzò in piedi e si guardò intorno anche se non poteva
scorgere nulla. Tutto sembrava normale. L'odore delle carte sulla
scrivania, dell'inchiostro ancora fresco, del legno dei mobili,
persino quello del fumo delle sigarette di V che aveva impestato le
tende e le sedie.
Tutto
non era cambiato, era il suo solito studio. Ma allora la Vergine
Scriba aveva mantenuto la sua parola? Qhuinn avrebbe potuto girare
senza cappuccio? Era stato riabilitato il suo onore?
Non
lo sapeva ed emettendo un verso di disappunto afferrò la maniglia
che lo legava a George e gli diede l'ordine di uscire.
L'unica
era andare a controllare, a parlare con Qhuinn.
Forse
lui sapeva, forse la Vergine Scriba gli aveva parlato o aveva
lasciato un segno.
Wrath
non sapeva cosa aspettarsi ma in fondo non c'era nulla di strano,
con la Signora delle razza, nulla era mai scontato nel bene e nel
male.
I
passi di Wrath si fecero sempre più lenti e pesanti mentre una
stanchezza improvvisa lo avvolgeva lentamente.
La
testa iniziò a girargli mentre gli occhi si chiudevano da soli.
Era
stanco pensò. La tensione lo aveva abbandonato e adesso aveva voglia
di riposare. In fondo non ci sarebbe stato nulla di male a rilassarsi
un po'. Sarebbe andato dopo da Qhuinn.
Con
fatica si trascinò fino alla sua stanza e quando l'aprì sentì
l'odore della preoccupazione di Beth invadergli le narici.
“Wrath
che succede? Hai l'aria distrutta” gli disse andandogli vicino e
prendendolo per mano.
“Sono
solo stanchissimo.” rispose lui cercando di sorridere mentre la
stringeva a se.
“Vieni
Wrath. Vieni a letto con me” mormorò lei sensuale pregustandosi le
sue coccole.
Ma
stavolta rimase delusa, come il re toccò il grande e morbido letto
sprofondò in un sonno pesantissimo ed anche lei improvvisamente
esausta, non rimase altro che seguirlo appoggiata al suo corpo
caldo che sapeva di maschio... del suo maschio.
In
tutta la casa i pochi guerrieri che ancora non lo stavano già
facendo sentirono il bisogno di andare a sdraiarsi nel letto e uno
dopo l'altro caddero in un sonno profondissimo abbracciati alle loro
shellan o sognando come Tohr e Blay di tenere il loro amore fra
le braccia mentre la nebbia grigia si espandeva come un fantasma
silenzioso e invisibile ai loro occhi avvolgendoli nel sonno.
L'unico
a non dormire era Qhuinn che era sdraiato a letto. Teneva gli occhi
chiusi, cercando di rilassarsi di non pensare a quello che poteva
succedere, di non agitarsi, mentre controllava in continuazione
l'orologio aspettando che Wrath lo convocasse da un minuto all'altro
per raccontargli l'esito dell'incontro con la Vergine Scriba.
Aspettava
chiedendosi cosa sarebbe successo, così come aveva dovuto
processarlo pubblicamente, avrebbe dovuto fare qualche cerimonia di
riammissione alla razza? Oppure no??
Qhuinn
non sapeva cosa aspettarsi così aveva deciso di attendere in camera
come gli era stato ordinato, anche se fremeva.
Malgrado
tenesse gli occhi chiusi non aveva sonno, era troppo agitato. E
quando si sentì sfiorare il viso da una leggera brezza calda li
spalancò di colpo .
Una
nebbia spessa e grigia stava iniziando ad avvolgerlo nelle sue
spire.
Spaventato
si alzò di scatto iniziando a muovere le mani freneticamente per
dissipare quella strana cortina densa e appiccicosa.
Ma
non c'era nulla da fare per quanto si muovesse e cercasse di
allontanarla da lui, lei lo avvolgeva sempre di più, sempre più
fitto.
Con
terrore la sentì aderire alla pelle, avvolgerlo inesorabilmente
come in un grigio sudario, entrargli nelle orecchie e nel naso.
Penetrargli ovunque.
Presto
Qhuinn ebbe la terribile sensazione di soffocare. Quel fumo denso
e palpabile gli era entrato suo malgrado nella bocca impedendogli di
respirare, scivolandogli giù fino ai suoi polmoni ormai in fiamme
per la mancanza di ossigeno.
Fu
allora che spaventato, vista la sua incapacità di liberarsi da
quelle fumose catene, cercò di urlare e di scappare dalla stanza,
ma era ormai troppo tardi.
La
nebbia grigia lo aveva soffocato levandogli le forze, mentre la mente
si dibatteva impazzita e terrorizzata senza avere più il comando
del corpo, che senza energia, si afflosciò a terra come una
bambola rotta.
Nel
giro di pochi secondi la nebbia finì di avvolgere indisturbata
Qhuinn dentro e fuori. Senza potersi più ribellare, privo di
forze e con la mente ormai annebbiata dalla mancanza di ossigeno,
il giovane guerriero scivolo presto nell'incoscienza abbandonandosi
a un profondissimo sonno come tutti gli abitanti della grande casa.
Nell'angolo
più buio della stanza di Qhuinn, la Vergine Scriba apparve
luminescente come al suo solito. Il volto coperto dal mantello nero
celava una specie di sorriso mentre pronunciava le parole di rito
nell'Antica Lingua.
Soddisfatta
alzò la mano e un fascio di luce penetrò la nebbia, che avvolgeva
come un bozzolo il corpo del ragazzo dormiente, fondendosi con essa.
Il
fumo grigio turbinò agitato finché venne assorbito dalla luce
divenuta sempre più chiara e intensa. Poi con un sibilo acuto
simile allo schioccare di una corda rotta all'improvviso,
accompagnato da un lampo accecante, sparì lasciando il corpo
seminudo di Qhuinn sdraiato per terra.
La
Vergine Scriba inclinò la testa guardando il risultato della sua
opera e con un dolce sorriso mormorò “Bentornato guerriero,
riposati dai tuoi affanni” e così come era venuta sparì nel buio
della stanza.
Qhuinn
si svegliò infreddolito e aprì gli occhi di scatto ancora confuso
e stordito.
Per
un attimo si chiese dove si trovasse e cosa fosse successo e
soprattutto perché si fosse addormentato mezzo nudo sul pavimento
ghiacciato. Un brivido freddo l'attraversò tutto scuotendo il suo
corpo e svegliandolo in maniera definitiva.
La
sua mente si rimise in moto e i ricordi dell'accaduto affiorarono
sempre più nitidi.
Veloce
si guardò il corpo cercando tracce del misterioso fumo chiedendosi
se si era immaginato tutto oppure no. Forse la nebbia era stata solo
un sogno, forse aveva avuto uno strano incubo.
Istintivamente
la sua mano destra andò alla bocca e miracolo!!
Le
sue zanne non erano più di lucido metallo ma erano tornate come
nuove.
Incredulo
corse allo specchio e si guardò. No non era un sogno.
Era
tutto vero! Non era più un morsit ma nuovamente un vampiro
guerriero e soprattutto un vero maschio constatò abbassando la vista
sui boxer che avvolgevano la sua virilità.
Per
qualche minuto restò lì a guardarsi a contemplare quello che
sembrava un vero miracolo. Pensava che gli avrebbero levato
l'appellativo di morsit, e
l'obbligo del cappuccio, non che la Vergine Scriba gli
rendesse le zanne.
Era
euforico mentre le vedeva allungarsi bramose di sangue. Erano forse
ancora più lunghe e appuntite di come se le ricordava, erano il
simbolo di quello che era.
Raggiante
si vestì più veloce che riuscì e spalancò la porta. Voleva uscire
e andare a salutare i suoi amici, i guerrieri che avevano rischiato
la vita per lui.
Voleva
ringraziarli e mostrargli che era tornato lo stesso, che era tornato
ad essere il vecchio Qhuinn. Come un fulmine si precipitò nel
corridoio.
Nella
casa regnava un profondo silenzio. Sembrava che tutti stessero
dormendo.
Incuriosito
e stupito iniziò a girare per i corridoi finché non vide la porta
di Rhage aprirsi e il guerriero uscire stiracchiandosi allegramente.
“Hollywood!”
lo chiamò Qhuinn felice di vederlo e ansioso di mostrargli le sue
nuove zanne. Il ragazzo pensava che il guerriero si sarebbe stupito
nel vederlo senza cappuccio, che gli avrebbe chiesto che cavolo stava
facendo o che magari si coprisse il volto per rispettare la legge e
invece il biondo e bello Rhage lo salutò con la mano festosamente
“Ehila Qhuinn. Sto andando in palestra a sgranchirmi e levarmi il
sonno da dosso. Vieni con me?” gli chiese sorridente e tranquillo.
Qhuinn
sgranò gli occhi. Rhage non aveva detto nulla del fatto che era
senza cappuccio e che poteva stare nuovamente tra di loro.
Per
un attimo rimase senza parole, non sapeva cosa dire ad Hollywood.
“Volevo
andare anch'io in palestra. Ho un sonno terribile addosso” la voce
di Tohr risuonò profonda e impastata dal sonno mentre il capo dei
fratelli si stiracchiava e dava una botta fraterna sulle spalle a
Rhage.
“Vieni
anche tu Qhuinn?” gli chiese tranquillamente, come fosse la cosa
più normale di questa terra.
Qhuinn
girò la testa da un fratello all'altro strabuzzando gli occhi
incredulo. Erano impazziti? Non si ricordavano di quello successo?
Stranito e sconvolto dall'accaduto, confuso più che mai, scosse la
testa e si girò avviandosi verso il corridoio.
Vishous
e lo sbirro stavano dirigendosi verso la cucina e quando lo videro
gli fecero un cenno di saluto con la mano mentre continuavano a
parlare tra di loro del campionato di baseball, del tutto
indifferenti alla sua presenza.
Qhuinn
li guardò entrare nella sala stupefatto. Come era possibile?
Ancora frastornato si diresse verso la camera di John.
Incerto
bussò alla porta. “Si chi è ?” chiese Xhex.
“Sono
Qhuinn. Posso entrare?” rispose lui.
“Si
certo vieni pure. Io e John ci stavamo vestendo”
Qhuinn
non se lo fece ripetere due volte e aprì la porta. Il suo amico si
stava allacciando gli scarponcini e quando lo vide gli sorrise Ciao
Qhuinn. Che c'è? Gli
chiese muovendo le mani velocemente
L'ex
morsit lo guardò straniato poi scosse la testa “Nulla. Non
c'è nulla. State bene?”
“Mai
stati meglio” gli rispose Xhex guardandolo interrogativa. “Sei un
po' confuso Qhuinn? Stai bene? Mi sembri pallido” gli chiese poi
inclinando la testa e probabilmente usando il suo potere di symphath.
“Si.
Credo di si” mormorò lui girandosi sui tacchi e uscendo rapido
dalla stanza.
Confuso?
No che non era confuso. O forse si? Il comportamento di tutti era
strano. Possibile? Oppure era lui a essere sul serio fuori come un
poggiolo? Che fosse impazzito? E poi per forza era pallido aveva
rischiato di soffocare oppure no??
No
qualcosa decisamente non tornava. Era tutto troppo strano.
Ancora
sconvolto si portò nuovamente le mani in bocca. Le zanne erano dove
dovevano essere, belle, salde e soprattutto reali.
Che
allora fosse stato un sogno? Un incubo? No era assurdo. Non era
possibile. Aveva i ricordi ancora troppo nitidi, troppo vivi nella
sua mente.
Wrath!!
Doveva
andare da Wrath lui sicuramente avrebbe saputo cosa era successo.
A
grandi passi salutando i gemelli che stavano scendendo con le loro
shellan a braccetto e la piccola Nalla, si avviò
verso lo studio del re.
Anche
loro lo avevano salutato tranquillamente come se lui fosse sempre
stato lì, sempre al loro fianco a combattere con le sue belle zanne.
Timidamente
bussò alla porta dello studio. La voce ferma e autoritaria di Wrath
gli rispose senza indugi “Vieni Qhuinn entra pure”.
Qhuinn
tirò un sospiro di sollievo, il re lo stava aspettando. Sicuramente
gli avrebbe spiegato tutto.
Ansioso
aprì la porta e lo vide seduto alla grossa scrivania con Beth dietro
e George acciambellato per terra al suo fianco.
“Che
c'è Qhuinn? Hai bisogno di qualcosa?” gli chiese Wrath alzando il
viso dai fogli che stava firmando sotto lo sguardo attento di Beth.
“Ecco
io... hai incontrato la Vergine Scriba per me?” gli chiese timoroso
Qhuinn non sapendo bene da dove iniziare per il discorso.
Le
labbra di Wrath si tesero in un moto di stupore “E perché avrei
dovuto incontrarla? Per te poi?” chiese posando la penna sulla
scrivania e osservandolo stupito da sotto gli occhiali da sole
avvolgenti.
“Non
abbiamo ancora chiesto il permesso di far trasferire qui Layla”
prese la parola Beth “non sapevamo se vuoi fare le cose seriamente
con lei oppure no. Non ci hai detto ancora nulla” concluse con un
risolino la regina.
Qhuinn
aprì la bocca come un pesce. E rimase muto proprio come un pesce.
Non
sapeva cosa rispondergli. Possibile che... No non era possibile che
si fossero scordati tutto.
“Allora?”
gli chiese Wrath inclinando la testa.
“Non
lo so. Io devo ancora capire...” mentì Qhuinn. Lui sapeva che con
Layla erano solo amici ma... in questo momento era ancora troppo
confuso per prendere decisioni.
“Va
bene pensaci. Però sareste una bella coppia” aggiunse Beth con un
sorriso sincero sulle labbra.
Qhuinn
si limitò ad annuire mentre usciva ancora più confuso di prima.
Una
bella coppia?? Con Layla?? Oh si una bella coppia sicuramente ma solo
quello. Solo bella. Non certo affiatata o innamorata.
Ripensando
all'accaduto si rese conto di quanto era stato importante Blay per
lui. Di quanto volesse bene all'amico. Di quanto... fosse innamorato
in realtà.
Ancora
confuso andò a cercarlo. Quando fu davanti alla porta alzò il pugno
per bussare ma in quell'attimo la porta si aprì e Blay vestito da
combattimento la varcò. Per mano teneva Saxton che vestito elegante
lo seguiva con un sorriso radioso sulle labbra.
“Che
vuoi Qhuinn? Hai bisogno di qualcosa?” la voce fredda di Blay gli
blocco il sangue nelle vene, il battito del cuore e penetrò come una
lama ghiacciata nel petto.
“No.
Scusa. Volevo solo... solo dirti che...” le parole gli mancarono.
“Bhe
che vuoi?” gli chiese Blay scostandolo per uscire.
“Layla
arriverà fra non molto” disse lui con un sorriso tirato.
“Bene
grazie. A dopo.” lo liquidò Blay dandogli la schiena. “Andiamo a
mangiare Saxton, ho una fame da lupi” aggiunse avviandosi con
l'amico per mano.
“Si
certo Blay” rispose il cugino di Qhuinn.
Qhuinn
gli diede le spalle e abbassò la testa. Forse si era inventato
tutto. Forse aveva solo preso una testata in combattimento e tutto
era frutto di un sogno. Con le spalle insaccate e un peso sulle
spalle Qhuinn si avviò verso la sua camera demoralizzato.
Per
questo non vide Blay voltarsi a fissarlo. Per questo non lo vide
inscurirsi in volto e abbassare gli occhi colpevole e triste per aver
respinto ancora una volta il suo amico.
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